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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Maestro vetraio brabantinoPITTORI: Maestro vetraio brabantino
Agostino vescovo e cardioforo
MAESTRO VETRAIO BRABANTINO
1800-1850
S. Hertogenbosch, cattedrale di san Giovanni
Agostino vescovo e cardioforo
Questa bella raffigurazione di sant'Agostino, in coppia con san Gerolamo, si trova in una vetrata della chiesa cattedrale di san Giovanni a S. Hertogenbosch, una bella cittadina del Brabante che deve il suo nome a Enrico I, duca di Brabante. Enrico le concesse lo status di città e i privilegi commerciali a essa connessi nel 1185. Fiorente come snodo commerciale, era sede di industrie tessili, coltivazioni agricole ed era particolarmente famosa per la produzione di organi e campane. Dopo Utrecht a metà del Trecento era la più grande tra le città dai paesi Bassi settentrionali. Pur non possedendo né Università né sede vescovile, era un vivace centro culturale e religioso, tanto c he alla fine del Quattrocento era una delle quattro maggiori città del Ducato di Brabante.
Costruita a partire dal XIII secolo in stile Gotico brabantino, di cui rappresenta un capolavoro, la cattedrale di San Giovanni Evangelista è l'edificio gotico più importante di tutti i Paesi Bassi.
La chiesa fu elevata al rango di cattedrale nel 1559.
Sant'Agostino è stato raffigurato come vescovo dal volto giovanile con una debole barba che gli cresce sulle gote. In testa porta la mitra, mentre con la mano sinistra tiene appoggiato alla spalla il bastone pastorale e contemporaneamente regge un bel libro chiuso.
Con la mano sinistra invece regge un cuore fiammante trafitto da frecce, simbolo questo che lo contraddistingue soprattutto dall'età barocca.
Il suo sguardo è rivolto verso il cielo quasi fosse in contemplazione offrendo tutto se stesso.
Ai piedi della vetrata si può leggere la definizione S. AUGUSTINUS che ribadisce l'identità del santo al di là dei simboli iconografici utilizzati.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3