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PITTORI: Max Huttler

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

HUTTLER MAX

1880

Norimberga, Germanisches Nationalmuseum

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La stampa che rappresenta sant'Agostino vescovo e cardioforo fu messa in circolazione dall'editore Max Huttler.

Max Huttler, che nacque nel 1823 a Monaco di Baviera e morì nel 1887 ad Augusta, è il capostipite di una casa editrice cattolica tedesca ("Giornale Messaggio Augsburger"). Huttler dal 1869 al 1875fu anche membro del parlamento dello stato bavarese.

La stampa fu pubblicata a Augsburg, verso il 1880 su carta di piccole dimensioni 7 x 4,9 cm (in realtàè una immaginetta).

Attualmente è conservata a Norimberga, al Germanisches Nationalmuseum, Sezione Grafica.

Il santo vi è stato raffigurato secondo una classica iconografia che lo vede vestito da vescovo, con in mano il bastone pastorale e in testa la mitra. Un'aureola raggiata gli copre il capo. Nella mano sinistra regge un cuore che però non mostra la solita fiamma.

La scena si svolge all'interno di una chiesa gotica, che è stata tratteggiata con semplicità ma con grande efficacia.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3