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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Angelo InganniPITTORI: Angelo Inganni
Particolare con sant'Agostino vescovo e un bambino
ANGELO INGANNI
1845
Chiesa di san Marco e Milano
Madonna con Agostino e san Marco
La facciata della chiesa agostiniana milanese di san Marco è frutto di un restauro del 1871 di Carlo Maciachini che mantenne il portale a tutto sesto in marmo con architrave, una galleria di archetti gotici, il rosone e tre statue di santi attribuite a Giovanni di Balduccio o al Maestro di Viboldone. Nella lunetta il mosaico rappresentante la Madonna fra santi, copia dell'affresco originale di Angelo Inganni.
La Vergine regge in braccio il Bambino Gesù attorniata da uno stuolo di angioletti che le fanno da corona. A destra si può notare la figura di sant'Agostino con i suoi attributi episcopali, inginocchiato e con lo sguardo rivolto alla Vergine. Alla sua sinistra si nota san Marco, con accanto il leone.
L'opera dell'Inganni si trova all'entrata della chiesa di san Marco, che, secondo la tradizione, fu dedicata al santo per riconoscenza dell'aiuto prestato da Venezia a Milano nella lotta contro il Barbarossa. Le prime notizie accertate risalgono tuttavia al 1254 quando Lanfranco Settala, Priore Generale degli Eremitani di Sant'Agostino, fece costruire una chiesa gotica a tre navate inglobando costruzioni precedenti. L'edificio non subì trasformazioni fino al Seicento quando la chiesa, divenuta casa generalizia dell'ordine agostiniano, fu trasformata in stile barocco e divenne, dopo il Duomo, la più ampia di Milano.
La devozione per la Vergine è sempre stato un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)