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Disegni preparatori per la chiesa di S. Ambrogio a Parigi datati 1876
JULES LENEPVEU
1876
Parigi, Museo des Beaux-Arts
Disegni preparatori per la chiesa di S. Ambrogio a Parigi
Il transetto e il coro della chiesa parigina di sant'Ambrogio seguono lo schema della navata mediana e sono coperti anch'essi con volte a crociera. In ciascuna delle due pareti di fondo del transetto si aprono in alto un rosone e due monofore in basso. Le vetrate del transetto di sinistra raffigurano nel rosone Dio Padre e nelle monofore Sant'Agostino e Santa Monica. Le vetrate del transetto di destra presentano Gesù Cristo nel rosone e Santa Elisabetta d'Ungheria e San Martino nelle monofore. Ciascuno dei due bracci presenta un altare e due tele di Jules Eugène Lenepveu: in quello di sinistra, dedicato a sant'Agostino, i dipinti raffigurano, sull'altare, sant'Agostino che riconcilia i cattolici ortodossi e i donatisti nel conferenza di Cartagine e Sant'Agostino che si impone tra i combattenti sulla parete opposta. L'altare di destra è dedicato al santo titolare della chiesa e troviamo le due tele Sant'Ambrogio vieta agli ariani l'ingresso alla cattedrale (sull'altare) e Sant'Ambrogio che riscatta gli ostaggi dei barbari sulla parete opposta.
L'episodio descritto a destra da Lenepveu ricorda quanto avvenne durante il celebre Concilio di Cartagine che si svolse nel giugno dell'anno 411. Alla presenza di 286 vescovi cattolici e 279 vescovi donatisti venne organizzata a Cartagine una solenne conferenza per risolvere le contrapposizioni fra cattolici e donatisti. I portavoce dei Donatisti erano Petiliano di Costantina, Primiano di Cartagine ed Emerito di Cesarea, gli oratori cattolici Aurelio di Cartagine ed Agostino. Alla questione storica in discussione, il vescovo di Ippona provò l'innocenza di Ceciliano e del suo consacratore Felice, sostenendo, nel dibattito dogmatico, la tesi cattolica che la Chiesa, finché esiste sulla terra, può, senza perdere la sua santità, tollerare i peccatori al suo interno nell'interesse della loro conversione. A nome dell'imperatore il proconsole Marcellino sanzionò la vittoria dei cattolici su tutti i punti in discussione.
L'episodio descritto a sinistra da Lenepveu non ha altri esempi nella iconografia agostiniana. L'autore ha immaginato Agostino al centro della scena sopra un piedistallo con le braccia aperte che invita alla calma e alla moderazione due gruppi di persone che stanno combattendo fra di loro lanciandosi sassi. La scena è ambientata in una piazza che si apre fra monumentali edifici classici che si sviluppano lateralmente e in profondità, fin sulla sommità di una collina.
Alle origini della chiesa parigina di sant'Ambrogio troviamo una costruzione del 1656 ad opera delle monache dell'Ordine della Vergine Maria, che risiedevano dal 1639 in rue Popincourt. Questo piccolo edificio di culto, dedicato a Notre-Dame de la Procession, che sorgeva nell'area della piazza antistante l'attuale chiesa di Sant'Ambrogio, dopo la rivoluzione francese, nel 1802 divenne una chiesa sussidiaria della parrocchia di Santa Margherita e venne restaurato e ampliato su progetto di Étienne-Hippolyte Godde nel 1818.
Nel 1863 il Consiglio di Stato deliberò la costruzione di una nuova e più grande chiesa e ne individuò la collocazione nell'area alla sinistra di un edificio seicentesco, lungo il boulevard du Prince-Eugène. I lavori furono avviati lo stesso anno su progetto di Théodore Ballu e terminarono nel 1869. La chiesa venne aperta definitivamente al culto a novembre e nel medesimo anno Notre-Dame de la Procession venne demolita. La chiesa di Sant'Ambrogio venne consacrata nel 1910 dal cardinale arcivescovo metropolita di Parigi Léon-Adolphe Amette.
Jules Lenepveu
Jules-Eugène Lenepveu Boussaroque de Lafont, noto come Jules-Eugène Lenepveu nacque ad Angers nel 1819. Studiò all'École des Beaux-Arts a Angers sotto la guida di Mercier e in seguito fu allievo di François-Édouard Picot a Parigi all'École nationale supérieure des beaux-arts. Espone la sua opera giovanile L'Idylle nel 1843. Dopo aver vinto il Prix de Rome nel 1847, si recò a Roma per completare la sua formazione. Divenne famoso per le sue vaste composizioni storiche, compresi i soffitti dell'Opéra Garnier di Parigi (1869-1871) e del teatro di Angers (1871). Fu direttore dell'Accademia di Francia a Roma dal 1873 al 1878. Tra il 1886 e il 1890 dipinse l'affresco della vita di Giovanna d'Arco al Panthéon di Parigi. Morì nel 1898 a Parigi. Nel 1900, due anni dopo la sua morte, gli fu dedicato un monumento nel cortile del Musée des Beaux-Arts e in seguito a lui fu intitolata una strada pedonale ad Angers.