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PITTORI: Pompeo Marchesi

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MARCHESI POMPEO

1850

Milano, chiesa di san Carlo al Corso

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Quella raffigurata è una delle quattro statue ottocentesche, quella relativa a sant'Agostino, che raffigurano i Dottori della Chiesa, che si trovano disposte nell'aula centrale a forma circolare della chiesa di San Carlo al Corso a Milano.

La scritta sul basamento S. AVGVSTINVS evidenzia da subito la grandezza della figura che si staglia davanti all'osservatore. Il santo veste i paramenti episcopali con in testa una semplice ma elegante mitra, Fra le mani regge un libro chiuso con uno stile. Il suo volto è scarno ma molto incisivo, con gli occhi infossati che scrutano implacabilmente l'osservatore. Una foltissima barba e lunghi capelli gli coprono il viso e gli assicurano una ancor maggior gravità d'espressione.

La chiesa di San Carlo fu costruita in sostituzione della chiesa medievale di Santa Maria dei Servi, dove avevano la loro sede i Serviti da secoli. Nel 1814 viene nominato parroco della chiesa Giacinto Amati, fratello del celebre architetto Carlo Amati, che pensa ad una nuova chiesa.

Finalmente nel 1836, dopo la morte dell’imperatore, nel clima generale di distensione che si viene diffondendo, il parroco ottiene l’autorizzazione ad avviare i lavori per un tempio votivo da dedicare al santo che aveva protetto la città dal colera.

L'attuale struttura è stata ideata dall'architetto monzese Carlo Amati, autore anche del progetto definitivo della facciata del Duomo. La chiesa si presenta come un bell'esempio di stile neoclassico, ispirato al Pantheon romano. 

Il complesso sorge sul luogo di un antico convento dei Servi di Maria, fondato nel 1290 e soppresso da Napoleone nel 1799. La chiesa venne costruita dai milanesi come ringraziamento per la fine di un'epidemia di colera, e fu dedicata simbolicamente a san Carlo Borromeo, che nel Cinquecento era intervenuto con grande carità durante una epidemia di peste. La sua costruzione fu realizzata tra il 1814 e il 1847. L'architetto Amati creò un edificio a pianta circolare, preceduto da una piazza a portici con pronao su colonne corinzie. Più tardi, demolita la vecchia chiesa, sarà costruito il colonnato e i due edifici gemelli sulla piazza che fanno parte integrante del complesso

Il colonnato si compone di due portici laterali, con tre colonne ciascuno. Alle spalle della chiesa si erge il campanile che, con i suoi 84 metri, è il più alto di Milano. Il 25 giugno 1895 un incendio distrusse la cupola, che fu presto ricostruita. All’interno della chiesa, oltre a vari reperti dell’antica Santa Maria dei Servi, si trovano due grandiosi capolavori di Pompeo Marchesi, il più celebre artista del tardo neoclassico: il Venerdì Santo e il San Carlo che comunica San Luigi Gonzaga. La prima opera, un grande complesso scultoreo di ben nove figure, venne trasportata nel 1962 nella chiesa dell’Addolorata a San Siro e fu poi trasportato nella Rocca Brivio di Melegnano. Le statue con San Carlo sono invece ancora nella chiesa, che nel 1925 è tornata ai Serviti.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.