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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Maestro di MonfortPITTORI: Maestro di Monfort
Sant'Agostino vescovo
e Dottore della Chiesa
MAESTRO DI MONFORT
1887
Montfort le Gesnois, chiesa di Notre Dame
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Questa bella vetrata che si trova nella chiesa di Notre Dame a Montfort le Gesnois raffigura sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa. Il santo in abiti episcopali è ritto in piedi e, mentre si appoggia al bastone pastorale con la mano sinistra, con la mano destra regge un libro aperto sul petto. Il libro aperto simbolicamente esprime l'opera di Agostino rivolta alla evangelizzazione degli uomini a cui è stata apertamente esposta la dottrina della Chiesa. L'opera risale all'anno 1887 circa ed è stata restaurata nel 1969.
Montfort-le-Gesnois è un comune francese situato nel dipartimento di Sarthe nella regione Pays de la Loire e la chiesa di Nostra Signora si trova nel centro storico del paese. La chiesa è stata riedificata sull'area di un vecchio edificio in stile gotico a metà ottocento dall'architetto M. Tessiere e presenta un alto campanile. I lavori iniziati ad inizio 1856 erano già conclusi nel 1858 grazie ai finanziamenti dello scudiero M. de Nicolay. Vi sono conservate le statue di Aymard e santa Adelaide e, agli angoli, le statue dei quattro evangelisti. nelle vetrate oltre alla figura di sant'Agostino troviamo le immagini della Beata Vergine e la rosa della Vergine, con dodici circostanti quadrifogli. Il pulpito in pietra in stile neo-gotico risale al tardo ottocento e associa sculture sulla ringhiera che rappresentano Mosè, Davide, Salomone e Isacco.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6