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Madonna incoronata con Agostino e Domenico
ANONIMO DI MOTTALETTA
sec. XVIII-XIX
Mottaletta, chiesa parrocchiale
Madonna incoronata con Agostino e Domenico
Il dipinto a muro è di autore ignoto del tardo Settecento o d'inizio Ottocento. La struttura della scena riproduce una tematica comune nella iconografia agostiniana: la Madonna al centro con in braccio Gesù Bambino ed ai suoi lati Agostino con altri santi. Qui la Vergine è incoronata da due angioletti e sembra rivolgersi ad Agostino mentre il Bambino offre un rosario a San Domenico.
I domenicani già dal XIII secolo seguivano la Regola agostiniana. Qui Agostino ha gli attributi vescovili, con una una mitria in testa e il bastone in mano. Sotto le vesti indossa il saio nero degli eremitani. L'affresco, di discreta fattura è annesso alla chiesetta agostiniana di Mottaletta, un villaggio presso Chiavenna sulla strada che da Isola porta al passo dello Spluga.
Domenico (Domingo) di Guzmán nato a Calaroga nel 1170 e morto a Bologna il 6 agosto 1221, fu il fondatore dell'Ordine dei Frati Predicatori ed è stato proclamato santo nel 1234. Alla nascita fu battezzato con il nome del patrono dell'abbazia benedettina di San Domingo de Silos, situata a pochi chilometri del suo paese natale. Inizialmente fu educato in famiglia, dallo zio materno, l'arciprete Gumiel de Izan, fu poi inviato, all'età di quattordici anni, a Palencia, dove per dieci anni frequentò corsi regolari di arti liberali e teologia. Conclusi gli studi a 24 anni seguì la sua vocazione ed entrò tra i canonici regolari della cattedrale di Osma dove venne consacrato sacerdote e dove il vescovo, Martino di Bazan, stava riformando il capitolo secondo la regola agostiniana, con l'aiuto di Diego Acevedo.
San Domenico si trasferì in Linguadoca, nel paese dei Catari, come missionario, per oltre dieci anni (1205-1216), collaborando col vescovo di Tolosa, Folchetto di Marsiglia e, come legato papale, cercò sempre di convertire gli eretici, con semplici riconciliazioni. La sua attività di apostolato era imperniata su dibattiti pubblici, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza, appoggiato in questa sua opera da Folchetto, vescovo di Tolosa, che lo nominò predicatore della sua diocesi.
In occasione di un viaggio a Roma, nell'ottobre 1215, per accompagnare il vescovo tolosano, che doveva partecipare al Concilio Laterano IV, Domenico propose a papa Innocenzo III l'istituzione di un nuovo ordine monastico dedicato alla predicazione. Domenico trovò grande disponibilità nel papa che l'approvò. Nel 1215, Domenico, per i suoi seguaci, dapprima ricevette in dono la casa che Pietro Cellani possedeva a Tolosa in quanto era divenuto anche lui predicatore, poi ricevette da Simone IV di Montfort il castello di Cassanel.
Domenico lasciò la Linguadoca nel 1216 e, seguendo il consiglio di Innocenzo III di fondare un nuovo ordine coi suoi sedici seguaci, scelse la regola di sant'Agostino. Sfinito dal lavoro apostolico (stava preparando una missione in Cumania e per questo studiava la lingua di quel popolo) ed estenuato dalle grandi penitenze, Domenico morì il 6 agosto 1221, nel suo amato convento di Bologna oggi Basilica di San Domenico. Morì in una cella non sua, perché lui, pur essendo il fondatore, non l'aveva, circondato dai suoi frati, a cui rivolgeva l'esortazione «ad avere carità, a custodire l'umiltà e a possedere una volontaria povertà».
Papa Gregorio IX canonizzò Domenico il 13 luglio 1234. Si festeggia l'8 agosto.