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PITTORI: Maestro di Ollomont

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI OLLOMONT

XIX secolo

Ollomont, chiesa parrocchiale

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

La pittura si trova sulla navata centrale della chiesa al'interno di una nicchia della volta a cassettoni. Il santo presenta il caratteristico attributo del cuore fiammante. Fino al XVIII sec. la parrocchia di Ollomont apparteneva alla parrocchia di Valpelline. Fin dall'inizio del sec. XVIII gli abitanti di Ollomont rivolsero ripetute istanze all'ordinario diocesano per ottenere la erezione della parrocchia. Il 2 febbraio 1760 ottennero la costituzione di una Rettoria nella Cappella di Clapey.

La fondazione della Parrocchia fu dovuta ad un legato fatto a questo scopo dal Canonico di S. Orso Francesco Giuseppe Bal. Questi, fin da bambino, appartenendo a povera famiglia, fu accolto dalla Maitrise della Collegiata. Divenne sacerdote e canonico. Nel suo testamento dell'11 maggio 1770 ricordandosi che i beni che possedeva gli provenivano dalla Chiesa, li destinò ad opere pie. Un credito di L. 7500 con gli interessi accumulati (L.10500), servì a fondare la Parrocchia a Ollomont.

La Parrocchia fu eretta il 12 dicembre 1775 da mons. Pietro Francesco di Sales. Parte del lascito fu usato per costituire il Beneficio Parrocchiale e parte per costruire la Chiesa che fu consacrata solo nel 1785. Nel frattempo, per alcuni anni, le funzioni parrocchiali continuarono a svolgersi nella cappella di Clapey.

La Casa parrocchiale fu costruita solo nel 1823 e fino a quella data il parroco abitò nella casa del Rettore di Clapey. La parrocchia fu sempre di libera collazione del Vescovo.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3