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PITTORI: Maestro di Ollomont

Sant'Agostino vescovo a Ollomont

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI OLLOMONT

1865

Ollomont, chiesa parrocchiale

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

La statua presenta Agostino nelle vesti di vescovo che regge con la mano sinistra un cuore fiammante. Con la mano destra tiene un libro, su cui si legge il titolo "De Civitate Dei": appoggiato alla spalla troviamo il bastone pastorale. Fino al XVIII sec. la parrocchia di Ollomont apparteneva alla parrocchia di Valpelline. Fin dall’inizio del sec. XVIII gli abitanti di Ollomont rivolsero ripetute istanze all’ordinario diocesano per ottenere la erezione della parrocchia. Il 2 febbraio 1760 ottennero la costituzione di una Rettoria nella Cappella di Clapey.

La fondazione della Parrocchia fu dovuta ad un legato fatto a questo scopo dal Canonico di S. Orso Francesco Giuseppe Bal. Questi, fin da bambino, appartenendo a povera famiglia, fu accolto dalla Maitrise della Collegiata. Divenne sacerdote e canonico. Nel suo testamento dell’11 maggio 1770 ricordandosi che i beni che possedeva gli provenivano dalla Chiesa, li destinò ad opere pie. Un credito di L. 7500 con gli interessi accumulati (L.10500), servì a fondare la Parrocchia a Ollomont.

La Parrocchia fu eretta il 12 dicembre 1775 da mons. Pietro Francesco di Sales. Parte del lascito fu usato per costituire il Beneficio Parrocchiale e parte per costruire la Chiesa che fu consacrata solo nel 1785. Nel frattempo, per alcuni anni, le funzioni parrocchiali continuarono a svolgersi nella cappella di Clapey.

La Casa parrocchiale fu costruita solo nel 1823 e fino a quella data il parroco abitò nella casa del Rettore di Clapey. La parrocchia fu sempre di libera collazione del Vescovo.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6