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Agostino vescovo con il cuore fiammante
MAESTRO RUSSO
1840-1860
Russia, incisione
Agostino vescovo con il cuore fiammante
In questa raffigurazione russa Agostino è raffigurato come vescovo che regge nella mano sinistra la mitra e nella destra un cuore fiammante. La scelta di questo simbolo iconografico rispecchia probabilmente il gusto di fine Settecento e inizio Ottocento. Il santo ha il viso di un giovane stempiato con una folta barba riccioluta che gli copre il mento. Lo sguardo è vivido anche se non direttamente rivolto all'osservatore.
Nella tradizione ortodossa sant'Agostino è considerato uno dei Padri della Chiesa, teologo del primo cristianesimo. Il suo retaggio formò la base del cattolicesimo e influenzò lo sviluppo della cultura dell'Europa occidentale. Sant'Agostino formulò un nuovo punto di vista su Dio: i riti formali cedettero alla autognosia dell'animo. La concezione di Agostino della ‘città di Dio' raffigura esistenza parallela del mondo terrestre e quello celeste. Per molti secoli Agostino definì il ruolo della chiesa nella vita sociale, rapporti tra il potere e la chiesa. La teologia di sant'Agostino entrò nell'arte di molti artisti e popoli.
La posizione delle singole chiese ortodosse nei confronti di Agostino tuttavia non è univoca, per quanto, curiosamente, furono proprio i grandi difensori della fede ortodossa, come San Fozio e San Marco di Efeso, a tenerlo in grande stima e venerazione. L'Ortodossia non lo pone tra i maggiori Padri della Chiesa, al contrario della Chiesa cattolica romana che lo ha sempre considerato tale. I punti che l'Ortodossia gli contesta sono relativi alla diminuzione dell'enfasi sull'aspetto personale della Santissima Trinità, che riduce le persone a semplici "relazioni" dell'unica essenza divina; o ancora l'adozione di una concezione pessimistica sul peccato originale; infine una tensione esagerata nella dialettica tra natura e grazia. Numerose chiese ortodosse preferiscono usare il termine "Beato Agostino", pur ponendolo tra i giusti, anche per l'umiltà di avere affidato alla Chiesa il compito di correggere gli errori riscontrati nei suoi scritti.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3