Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Maestro Filippino

PITTORI: Maestro Filippino

Santa Monica a Paranaque nelle Filippine

Santa Monica

 

 

MAESTRO FILIPPINO

1850-1900

Parañaque, Cappella del Seminario di S. Agostino

 

Santa Monica

 

 

 

Questa scultura che raffigura santa Monica si trova nella cappella del seminario di San Agustin Parañaque una città filippina prossima a Manila.

La sua presenza attesta la devozione al santo che si è diffusa fra la gente filippina con l'arrivo dei frati agostiniani che hanno operato per secoli in queste terre facendosi promotori della promozione sociale e culturale degli abitanti locali.

La santa è qui raffigurata secondo un cliché iconografico consolidato nei secoli, dove Monica appare vestita da suora agostiniana, con l'abito nero e la cintura che la cinge ai fianchi. In realtà Monica non fu mai una religiosa e morì a Ostia, con il conforto dei familiari, mentre aspettava l'imbarco per tornare in Africa. La devozione agostiniana ha tuttavia proposto la sua figura come una delle suore che abbracciarono, già in Africa all'epoca di Agostino, la regola agostiniana con l,o scopo di rafforzare il legame fra l'Ordine agostiniano e Agostino, figlio di Monica, ritenuto il vero fondatore dell'Ordine.

la santa in questa circostanza porta agli occhi con la mano destra un fazzoletto quasi volesse asciugarsi le lacrime, le tante lacrime che versò nella preghiera, per salvare il figlio da una vita di peccato e senza timore di Dio.

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37