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PITTORI: Cesellatore lombardo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CESELLATORE LOMBARDO

1800-1899

Pognano, chiesa di San Carlo Borromeo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questo Reliquiario a busto con reliquia di Sant'Agostino è opera di un anonimo cesellatore che ha operato in ambito lombardo nel secolo XIX,  Fa parte di una serie di quattro reliquiari a busto lavorati con tecnica a ottone in lamina, sbalzato, argentato, dorato. Il reliquiario misura cm 121x55x22 ed è collocato nella chiesa parrocchiale di Pognano.

In questo paese nel XVI secolo troviamo la chiesa della Visitazione a Maria e Giuseppe, edificata in luogo di un precedente edificio di culto. Questa ricoprì la funzione di parrocchiale fino al 1790, quando venne sostituita dall'erigenda chiesa di Sant'Antonio, più grande e funzionale. Quest'ultima venne utilizzata come parrocchiale per poco più di un secolo, dal momento che agli inizi del XX secolo ne venne costruita un'altra, su progetto di Elia Fornoni, dedicata a San Carlo Borromeo. Ristrutturata definitivamente nel 1964, presenta al proprio interno alcuni dipinti provenienti dalle vecchie parrocchiali, opere di artisti locali.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6