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PITTORI: Giuseppe Puppini

La Vergine con Agostino e san Giovanni

La Vergine con Agostino e san Giovanni

 

 

GIUSEPPE PUPPINI

1845

Motta di Livenza, località Villanova, chiesa di sant'Agostino

 

La Vergine con Agostino e san Giovanni

 

 

 

La tela che raffigura sant'Agostino con san Giovanni evangelista ai piedi della Vergine si trova in un altare della chiesa di sant'Agostino a Motta di Livenza in località Villanova. L'opera dedicata al Patrono S. Agostino, è datata 1845 ed è firmata dall'autore Giuseppe Puppini, un pittore locale ottocentesco.

Agostino è qui stato raffigurato come monaco, con la nera tonaca degli agostiniani, da cui la chiesa dipendeva fin dal XIII secolo. Con le braccia aperte, il santo, che volge le spalle al fedele che osserva il quadro, è tutto teso con lo sguardo verso l'alto, dove, fra le nuvole, appare la Vergine.

Di fronte a lui se ne sta in piedi san Giovanni evangelista dal viso giovanile che tiene le mani e le braccia allungate per reggere un grande libro. la scena si svolge in uno spazio quasi infinito che si perde all'orizzonte senza punti di riferimento.

Figlio di Zebedeo e Salomè e fratello dell'apostolo Giacomo il Maggiore, Giovanni prima di seguire Gesù era discepolo di Giovanni Battista. I vangeli gli attribuiscono un ruolo speciale all'interno della cerchia dei dodici apostoli. Il luogo e la data di nascita non ci sono noti. La tradizione successiva che lo indica come il più giovane degli apostoli, o meglio come l'unico di questi morto in tardissima età.

La vocazione di Giovanni da parte di Gesù è esplicitamente narrata dai tre vangeli sinottici. Matteo (4,21-22) e Marco (1,19-20) ne forniscono un sobrio resoconto: i due fratelli Giovanni e Giacomo vengono chiamati da Gesù "presso il Mare di Galilea" mentre sono sulla barca col padre Zebedeo, intenti a riparare le reti da pesca.

In At. 3,1-11 viene descritto il miracolo della guarigione di un uomo storpio dalla nascita, compiuto da Pietro e Giovanni presso la porta "bella" del tempio di Gerusalemme. La grande risonanza che il fatto ebbe portò all'arresto dei due apostoli che furono fatti comparire davanti al Sinedrio. Il consiglio però non li punì e li lasciò liberi (At. 4,1-21).

Circa gli anni successivi agli eventi narrati negli Atti, le antiche tradizioni cristiane concordano nel collocare l'operato di Giovanni in Asia (cioè l'attuale Turchia occidentale), in particolare a Efeso, con una breve parentesi di esilio nell'isola di Patmos.

L'apocrifo Atti di Giovanni (seconda metà II secolo) descrive dettagliatamente alcuni eventi della vita di Giovanni nel periodo del suo soggiorno a Efeso con lo stile agiografico-leggendario proprio degli apocrifi. Secondo la versione lunga del testo, pervenuta priva della parte iniziale, Giovanni si reca da Mileto a Efeso per un rivelazione divina. Qui incontra Licomede, un magistrato della città, e sua moglie Cleopatra. Dopo poco entrambi muoiono ma Giovanni li risuscita. L'apostolo poi guarisce pubblicamente molti malati nel teatro della città.

Giovanni rappresenta un caso particolare tra i dodici apostoli poiché la tradizione lo indica come l'unico morto per cause naturali e non per martirio. Oltre agli Atti di Giovanni, alcune indicazioni patristiche sono concordi nel datare la morte a Efeso sotto l'impero di Traiano (98-117), e Girolamo specifica la data con precisione al 68° anno dopo la passione del Signore, cioè nel 98-99.

 

Le vicende della chiesa di sant'Agostino a Villanova prendono l'avvio dal 14 agosto 1237 quando il vescovo di Ceneda, Alberto conte caminese, decise di cedere ai Canonici regolari Agostiniani di S. Salvatore di Venezia un podere a Villanova con il diritto di poter fabbricarvi una chiesa ed un monastero. In quello stesso periodo venne costituita una comunità parrocchiale che venne retta dagli Agostiniani fino al 1818 quando l'attività pastorale passò a un sacerdote diocesano. Nell'occasione venne eletto parroco don Giovanni Tirindelli che si insediò dopo la soppressione dei monaci. La chiesa è stata più volte restaurata e ampliata e possiede parecchie opere d'arte fra le quali c'è anche l'organo, opera assai pregevole di D. Malvestio.