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Sant'Agostino cardioforo con i santi Guglielmo e Giovanni
RICKELT KARL
1895
Monaco di Baviera, chiesa di san Benno, altare di Georg Albertshofer
Sant'Agostino cardioforo con i santi Guglielmo e Giovanni
L'opera di Karl Rickelt fu realizzata verso la fine dell'Ottocento per un altare marmoreo nella chiesa cattolica parrocchiale di san Benno a Monaco.
Questa chiesa fu costruita nel 1888-1895 da Leonhard Romeis nel quartiere di Maxvorstadt e fu in parte finanziata dalla famiglia Wittelsbach, la famiglia reale bavarese. La chiesa è dedicata a san Benno, il patrono della città di Monaco di Baviera, le cui reliquie si trovano nella Frauenkirche. Posto accanto alla chiesa di sant'Anna, nel quartiere di Lehel, è uno dei più grandi templi religiosi in stile neoromanico del XIX secolo. Benno, o Bennone (1010 - 16 giugno 1106), fu monaco e poi Vescovo di Meissen ed è il patrono della città di Monaco di Baviera, come anche il patrono della Diocesi di Dresda-Meißen. Benno nel 1028 divenne monaco e nel 1040 fu consacrato sacerdote. Nel 1066 è eletto vescovo di Meißen. Nel 1085 fu deposto dall'imperatore Enrico IV per aver difeso Papa Gregorio VII: Benno in risposta gettò le chiavi del duomo nel fiume Elba. Tornando, anni dopo, le recuperò dal ventre di un pesce. Spesso perciò viene raffigurato nel ricordo di questo miracolo. Morì nel 1106 dopo 40 anni di episcopato. Fu canonizzato nel 1523 da papa Adriano VI. La solenne esumazione delle spoglie, avvenuta l'anno dopo, diede occasione a Lutero per scrivere un violento pamphlet contro il culto dei santi. Divenuta la Sassonia protestante, la tomba di Benno venne distrutta, ma le sue reliquie erano già state portate a Monaco, nella Frauenkirche, dove si trovano tuttora.
Per la chiesa neoromanica di san Benno, Rickelt propose questa raffigurazione di tre santi, san Guglielmo, sant'Agostino e san Giovanni, che riproduce lo stile medioevale. Agostino compare al centro, vestito da vescovo e con nella mano destra il cuore fiammante. La scritta Sanctus Augustinus lo definisce ulteriormente al di là della presenza dei suoi riferimenti simbolici iconografici. Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.