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Apoteosi di sant'Agostino
ROQUES GIUSEPPE
1801-1825
Tolosa, Museo des Augustins
Apoteosi di sant'Agostino
L'opera, datata al periodo 1801-1825, fu eseguita dal pittore tolosano Joseph Roques su tela con tecnica della pittura ad olio. Non è di grandi dimensioni, in quanto misura 42 cm di larghezza e 64 in altezza. Il soggetto che il pittore ha voluto raffigurare è sant'Agostino in gloria. Il santo vestito nei suoi paramenti episcopali è sorretto sulle nubi da un angelo alato, mentre allarga le braccia in segno di accoglienza. Un altro angioletto regge il suo bastone pastorale.
La scena si apre ad un orizzonte più ampio grazie ad un gioco di luci che evidenziano il viso del santo nella spaziosità del cielo.
Altri angioletti fanno da corona gioiosa alla scena principale.
La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.
L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.
Fu sepolto nella Cattedrale di S. Stefano, ed è fama comune, che il Santo Padre nel punto della sua morte apparisse a un suo Religioso, vestito alla Pontificale, assiso in cielo sopra le Nubi, circondato di splendori; con occhi luminosi come i raggi del Sole, e che tramandava una gran fragranza di odori.
Grandi Vittore Silvio, VITA DELL' DOTTOR DELLA CHIESA S. AURELIO AGOSTINO, VESCOVO DI BONA IN AFRICA. VNITEVI LE CONFESSIONI E REGOLA DEL MEDESIMO S. PADRE, COLLA STORIA E CONFUTAZIONE DOGMATICA DELLE ERESIE MANICHEA, DONATISTA E PELAGIANA; E COLL'INDICE DELLE CONGREGAZIONI MILITANTI SOTTO IL SUO INSTITUTO E DI TUTTI GLI LIBRI DA LUI DATI ALLA LUCE, pag. 293-294, Venezia 1712
Joseph Roques
Nato a Tolosa nel 1757, Roques era di umili origini ed entrò giovanissimo nello studio del pittore Jean-Baptiste Toulouse Despax. Dopo aver frequentato l'Accademia, passa nello studio di Pierre Rivalz e nel 1772 espone alcune copie di opere di Antoine e Pierre Rivalz Subleyras. Vince nel 1778 il Grand Prix de l'Académie con un quadro che raffigura l'assassinio di Filippo padre di Alessandro Magno. L'anno seguente si reca a Roma dove incontra Jacques-Louis David. Nel 1782 ritorna a Tolosa, dove apre un proprio studio e subito l'anno seguente viene nominato direttore dell'Accademia di Montpellier.
Ha realizzato molti ritratti, scene di genere alla maniera di Greuze e la rivoluzione gli fornirà molti interessanti spunti per le sue opere. Dopo il 1800 Roques lavora con David, diventando un sostenitore del neoclassicismo a Tolosa. Per di più invia a David i suoi studenti che desiderano continuare la loro formazione.
Joseph Roques è senz'altro il più celebre pittore di Tolosa durante l'epoca dell'Impero e della Restaurazione. Morì nel 1847 a Tolosa ormai novantenne.