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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Francesco RosaspinaPITTORI: Francesco Rosaspina
Madonna e il Bambino, i santi Margherita, Girolamo, Agostino e Michele Arcangelo
FRANCESCO ROSASPINA
1830
Bologna, incisione a stampa
Madonna con Bambino, santa Margherita, san Girolamo, sant'Agostino e san Michele Arcangelo
La incisione raffigura la Vergine Maria con il Bambino Gesù attorniati da sant'Agostino, l'Arcangelo Michele, san Girolamo e santa Margherita d'Antiochia in ginocchio che abbraccia il Bambino Il disegno è stato realizzato da Francesco Rosaspina nel 1830, che ha riprodotto un celebre quadro di Francesco Mazzola detto il Parmigianino realizzato nel primo Cinquecento ed oggi conservato presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna.
La tela del Parmigianino è una pala d'altare, che in origine si trovava nella chiesa del Convento di santa Margherita a Bologna. Vasari nel 1550 ricorda che il Parmigianino dipinse per le monache di Santa Margherita a Bologna "in una tavola una Nostra Donna, Santa Margherita, San Petronio, San Girolamo e San Michele". Il dipinto venne assai apprezzato dal Lamo (1560) e ancora nel Cinquecento dallo Zanti (1583) che lo giudicava "cosa fra le rare stimata rarissima". Il Malvasia nel 1686 ne indicava i committenti nella famiglia Giusti. Secondo quanto riportato dallo Scaramuccia (1674), era questo uno dei quadri preferiti da Guido Reni.
Dipinta con la tecnica a olio su tavola l'opera del Parmigianino misura cm 222x147 ed appartiene alla sua fase giovanile quando abbandonata Roma, si trasferì nella città felsinea. Agostino è stato raffigurato sulla sinistra a fianco della Vergine con uno sguardo attento e severo, che si rivolge verso il Bambino che è preso dall'abbraccio di santa Margherita che sta in ginocchio ai suoi piedi. Il santo indossa gli abiti episcopali, porta in testa la mitra ed ha un viso di persona anziana con una foltissima barba che gli scende dal viso sul petto. L'opera, capolavoro del soggiorno bolognese, costituisce il punto di riferimento obbligato per tutte le pitture eseguite dal Parmigianino nella città felsinea. Le figure eleganti, costruire con segni veloci e toni cromatici scarlatti o da sottobosco, saranno prese a modello da tutta la generazione dei manieristi bolognesi.
Francesco Rosaspina
Nacque a Montescudo, un borgo nei dintorni di Rimini, nel 1762. Era figlio di Giambattista, prima governatore e poi notaio, e di Luigia de Bonis. A sei anni si trasferì a Bologna, dove il padre era stato inviato come notaio del tribunale criminale. A Bologna Francesco ebbe l'opportunità di accedere a collezioni d'arte anche private. In quel periodo le immagini di celebri pitture erano ampiamente diffuse grazie alla loro riproduzione attraverso l'incisione. Rosaspina dedicò la sua attenzione a dipinti di Parmigianino, Correggio e altri pittori del Seicento bolognese, oltre ad Andrea Appiani e ai pittori settecenteschi europei. Durante la sua carriera artistica riprodusse più di mille opere con le sue incisioni. Pubblicò La Pinacoteca, una raccolta di 72 incisioni, conservate nella Pinacoteca di Bologna. Fu docente all'Accademia Clementina e ne diresse lo Studio calcografico. È stato amico di Andrea Appiani e di Giovanni Battista Bodoni. Morì nella sua villa di Quarto di Sopra presso Bologna nel 1841. I suoi funerali si svolsero nella chiesa di santa Maria Maddalena. Il suo paese natale gli ha dedicato un teatro e una scuola.