Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Rudl Siegmund

PITTORI: Rudl Siegmund

Sant'Agostino cardioforo

Sant'Agostino cardioforo

 

 

RUDL SIEGMUND

1840-1850

Norimberga, Germanisches Nationalmuseum

 

Sant'Agostino cardioforo

 

 

 

Siegmund Rudl è l'editore di questa pubblicazione a stampa avvenuta Praga verso il 1840-1850. Si tratta di una immagine devozionale, ottenuta usando sia inchiostri da stampa in nero che in oro.

L'incisione è di tipo acquaforte con colorazione a mano e ad acquerello. Le dimensioni ne fanno una immaginetta (5,5 x 3,8 cm). Attualmente è conservata a Norimberga, presso il Germanisches Nationalmuseum, alla Sezione Grafica.

Siegmund Rudl è noto sia come pittore che come editore e fu attivo fra il 1876 e il 1906.

Morì a Praga dopo aver lavorato a lungo in Germania.

Alcune scritte sono presenti nel testo, che significativamente riportano all'esperienza spirituale agostiniana:

wo glaube, da liebe, wo liebe, da friede, wo friede, da segen, wo segen, da gott, wo gott, keine noth e cioè dove c'è amore trovi amore dove pace vedi la pace, una vita benedetta dove c'è la grazia, perché dove c'è Dio, Dio pone pace nel cuore.

Sant'Agostino vi è raffigurato come vescovo, la testa aureolata e soprattutto con nella mano sinistra un cuore fiammante.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3