Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Santi Sebastiano

PITTORI: Santi Sebastiano

Cristo Crocifisso tra i SS. Agostino, Lorenzo Giustiniani, Antonio da Padova e Gaetano da Thiene, nella chiesa dei SS. Geremia e Lucia a Venezia

Cristo Crocifisso tra i SS. Agostino, Lorenzo Giustiniani,

Antonio da Padova e Gaetano da Thiene

 

 

SANTI SEBASTIANO

1840-1850

Venezia, chiesa dei SS. Geremia e Lucia

 

Cristo Crocifisso tra i SS. Agostino, Lorenzo Giustiniani, Antonio da Padova e Gaetano da Thiene

 

 

 

Quest'opera monumentale di Sebastiano Santi, un pittore veneto morto nel 1866, raffigura Gesù Crocifisso sulla croce con ai suoi piedi i SS. Agostino, Lorenzo Giustiniani, Antonio da Padova e Gaetano da Thiene. La tela si trova a Venezia, nella chiesa dei SS. Geremia e Lucia.

Nella scena immaginata da Santi, Agostino si trova sulla destra: è vestito da vescovo, con la mitra in testa e rivolge lo sguardo e il viso verso la figura del Cristo crocefisso sofferente.

Con la mano sinistra regge un grande libro chiuso, mentre con la destra impugna una penna d'oca a simboleggiare la sua straordinaria attività di scrittore e polemista a difesa della dottrina cattolica.

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.

«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3

 

Scrive Agostino commentando l'episodio della Crocifissione e della presenza di Maria accanto a Suo Figlio: "Allora, sotto la croce la riconobbe, lui che da sempre l'aveva conosciuta. E prima che fosse nato da lei, aveva conosciuto la madre nella predestinazione. Prima che, come Dio, egli creasse colei dalla quale doveva essere creato come uomo, conosceva la madre."

 

 

Il santuario di santa Lucia, che in origine aveva il titolo di san Geremia profeta, dopo la demolizione della chiesa di Santa Lucia e la traslazione del corpo della santa ha assunto il nome di chiesa dei santi Geremia e Lucia. Si tratta di un importante edificio di culto, che custodisce numerose opere d'arte e i resti mortali di santa Lucia da Siracusa.

La chiesa venne edificata nel secolo XI e venne ricostruita più volte. Nel 1206 ospitava le spoglie mortali di San Magno, vescovo di Oderzo ed Eraclea, morto nel 670. La prima ricostruzione fu ordinata dal doge Sebastiano Ziani e nel 1292 la chiesa fu consacrata. All'altare della Beata Vergine del Popolo fino al 1615 si radunava la confraternita del Suffragio dei Morti. L'edificio attuale è stato progettato da Carlo Corbellini nel 1753.

 

 

 

Sebastiano Santi

Sebastiano Santi nacque a Murano nel 1789 e fu un pittore specializzato nella tecnica dell'affresco. Tra i suoi lavori ricordiamo il restauro della chiesa di san Luca a Venezia nel 1832 e la decorazione della sala del Teatro La Fenice di Venezia, ricostruito nel 1837 dopo l'incendio del 13 dicembre 1836. Quest'ultimo lavoro fu eseguito assieme a Luigi Zandomeneghi. Santi affrescò numerose chiese dell'entroterra veneto e friulano tra cui vanno rammentate principalmente le chiese di san Michele Arcangelo a Cervignano del Friuli, quella di santo Stefano a Ruda, il Duomo di Ognissanti ad Arzignano, la chiesa di Santa Maria Nascente di Artegna, la chiesa di Sant'Ulderico di Pavia di Udine e quella dei SS. Biagio e Daniele di Grantorto. Fra i suoi pregevoli lavori di affrescatore dobbiamo citare la scalinata del Museo Correr di Venezia e la chiesa di San Giovanni Battista di Bessica. Per la chiesa di Cristo Redentore a Rovigo, dove è tuttora esposta, realizzò una pala d'altare con una rara rappresentazione di "San Giuseppe in trono col Bambino".

Morì a Venezia nel 1866.