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PITTORI: Maestro di Savigny

Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI SAVIGNY

1898

Savigny, chiesa di san Maurizio

 

Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa bella vetrata che raffigura sant'Agostino si trova nella chiesa parrocchiale cattolica di Saint-Maurice a Savigny nell'Alta Marna nelle Ardenne. L'opera risale al 1898 ed è stata donata dalla signora Malle Marie Barsard. Accanto ad Agostino è stata raffigurata santa Syra.

Il santo qui appare nella sua dignità episcopale con la mitra in testa e una notevole aureola che gli cinge il capo. Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

Il volto del santo ha un aspetto maturo, con una foltissima barba bianca e altrettanto folti capelli della stessa tonalità. Nella mano sinistra il santo regge un cuore fiammante, mentre con la sinistra tiene bene in evidenza la copertina di un libro che riporta DE CIVITATE DEI, una delle sue opere più famose.

L'opera fu scritta da Agostino dopo il Sacco di Roma da parte dei visigoti guidati da Alarico I nel 410, un evento che sconvolse il mondo romano ovvero. Agostino apprese la notizia mentre faceva la spola tra Ippona e Cartagine, dove si stava svolgendo un concilio. Presto gli arrivarono alle orecchie le accuse dei pagani contro il Dio cristiano che non aveva saputo difendere l'Urbe, ed assistette all'arrivo dei profughi con i loro racconti drammatici.

L'eccezionalità dell'evento lo sollecita a riflettere sul senso della vita e della storia. E nel 412 intraprende un'opera che lo impegnerà per una dozzina di anni e che diventerà uno dei pilastri della cultura occidentale. L'opera appare come il primo tentativo di costruire una visione organica della storia dal punto di vista cristiano, principalmente per controbattere le accuse della società pagana contro i cristiani.

Raffigurato a figura intera, Agostino ha un'espressione pacata, esaltata da una realizzazione artistica che ha curato nei particolari colori e disegni dello sfondo e del piviale che il santo indossa.

Ai piedi della vetrata si legge la scritta St. Augustin per identificare nel fedele, digiuno di simbolismi, il riconoscimento del personaggio.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

L'antica chiesa di Saint-Maurice Savigny sorgeva sull'area dell'attuale edificio e venne demolita nel 1851, per far posto a quella attuale che è stata ricostruita nel 1854 in stile gotico. L'edificio si presenta a tre navate di tre campate con un gran un campanileConsacrazione della nuova chiesa il 26 aprile 1854. Architetto della nuova chiesa fu Paul Pechine che diede corpo alla iniziativa coraggiosa di padre Etienne, sacerdote di Savigny.

Il coro è costituito da una campata dritta seguita da un'abside a tre lati, coperto da una volta a sei nervature. La sacrestia si trova a nord, nell'angolo formato dal coro e dal braccio del transetto. La decorazione è stata realizzata con vetro colorato studiato nello stile di Palissy (1510-1590: famoso ceramista, elaborò uno stile che influenzò notevolmente la successiva produzione di maioliche francesi, soprattutto quelle dell'Ottocento).