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PITTORI: Maestro valtellinese

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO VALTELLINESE

1800-1850

Campo Tartano, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La statua, posta entro una nicchia, rappresenta a figura intera un giovane Agostino che indossa i paramenti episcopali. In testa porta la mitra con decorazioni floreali, mentre con la mano sinistra impugna un robusto bastone pastorale.

Con la mano destra regge un libro aperto, dove si legge l'incipit delle Confessioni. FECISTI NOS AD TE ET INQUIETUM EST COR NOSTRUM DONEC REQUISCAT IN TE.

Agostino indossa un semplice piviale rosso con una ricca bordatura sopra una tunica bianca. La croce episcopale è ben visibile sul petto del santo, il cui volto ha un aspetto ancora decisamente giovanile con una flebile barba che ne ingentilisce l'espressione.

La statua viene portata in processione nel corso della festività del santo. L'autore dell'opera è sconosciuto e potrebbe essere un artista locale o uno scultore di scuola comasca.

 

 

La chiesa di S. Agostino di Campo Tartano, la prima della valle, apparteneva alla pieve di Ardenno, da cui si staccò, insieme a Talamona, di cui faceva parte, nel 1375. Della chiesa si trova menzione nella Visita pastorale in Valtellina del 1589 del vescovo di Como Feliciano Ninguarda, che nel resoconto afferma: "Su un altro monte a tre miglia sopra Talamona c'è Campo, con 90 famiglie tutte cattoliche. La chiesa vicecurata è dedicata a S. Agostino e viceparroco è il sacerdote Aurelio Insula de Campo dell'isola d'Elba, diocesi di massa e Populonia, giurisdizione di Siena, con il permesso dei suoi superiori."

La chiesa è attestata come vice parrocchia alla fine del XVIII secolo "in vicariatu Tertierii inferioris Vallistellinae, Squadrae Morbinii" e nel 1798 la chiesa di Campo risulta vice parrocchiale di Talamona. A Campo esisteva inoltre la scuola del Santissimo Sacramento. La chiesa rimase soggetta a Talamona fino al 1886 quando fu eretta parrocchia con decreto del vescovo Pietro Carsana, ed entrò a far parte del vicariato foraneo di Talamona. Nel 1893, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari nel vicariato di Talamona, lo stato attivo del beneficio parrocchiale consisteva in lire 368 ricevute dalla fabbriceria addizionate a lire 385 di congrua. In questo periodo nella chiesa parrocchiale di Sant'Agostino esistevano le confraternite del Santissimo Sacramento, sia maschile che femminile, del Santo Rosario e della Cintura. Il numero dei parrocchiani era di 753 anime.

Della chiesa parla Ercole Bassi, in "La Valtellina - Guida illustrata", nel 1928 (V ed.), dove presentando la valle, ricorda l'importanza artistica della chiesa: "Da Talamona si sale, con una recente rotabile, nella interessante Valle del Tàrtano. Si tocca il villaggio di Campo (m. 1019), che forma comune con Tartano (ab. 1405 - cooperativa di consumo - osterie - produzione di secchie e canestri), che presenta un ampio panorama e possiede nella chiesa, che rimonta al Trecento, dipinti del Gavazzeni."

Attualmente la facciata della chiesa si presenta a capanna mentre l'interno offre una sola navata. Conserva opere del sec. XVII e XVIII ed alcuni dipinti di Giovanni Gavazzeni, successivamente ritoccati o rifatti da Conconi di Como. L'altare maggiore è in marmi pregiati e presenta un ciborio a semicupola sorretta da 4 colonnine e due pilastri dai capitelli dorati.

Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Campo Tartano è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Talamona, fino al decreto 29 gennaio 1968, mediante il quale furono istituite le zone pastorali nella diocesi di Como.