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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Maestro vetraio di VesinetPITTORI: Maestro vetraio di Vesinet
Sant'Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa
MAESTRO VETRAIO DI VESINET
1865
Le Vèsinet, chiesa di santa Margherita
Sant'Agostino cardioforo vescovo e Dottore della Chiesa
La vetrata che mostra sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa con nella mano destra un cuore fiammante si trova nella chiesa di santa Margherita a Le Vèsinet. Questa chiesa venne eretta a spese di Alphonse Pallu ricco industriale francese in campo minerario.
Pallu aveva sposato a Parigi nel 1847 Louise-Charlotte Leontine Ancot di Rotours, e dalla loro unione nacquero quattro figli: Arturo, Maria Margherita, Maria Stefano, e Margaret. Nel 1860, Alphonse Pallu perdette la sua prima figlia Margherita la vigilia di Natale. In suo ricordo il padre fece costruire la chiesa di S. Margherita a Vesinet dove si era stabilito con la famiglia dal 1870.
I lavori per la nuova chiesa furono avviati nel 1862 e nel 1865 fu possibile consacrarla.
La chiesa si presenta in stile neogotico su progetto dell'architetto Louis-Auguste Boileau. L'edificio è una costruzione metallica, rinforzata in cemento secondo i procedimenti di François Coignet. Quattro magnifiche acquasantiere in agata di Montredon-Labessonnié abbelliscono le due entrate alla chiesa.
Nel rispetto del gusto neogotico la chiesa è ricca di vetrate che procurano una grande luminosità alla navata. I soggetti raffigurati sulle finestre sono a soggetto religioso con santi e profeti.
La presenza di Agostino con in mano il cuore fiammante è un omaggio al gusto tardo settecentesco. il santo è ritto in piedi vestito con i paramenti episcopali, la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano sinistra. Il volto di Agostino, circondato dal nimbo dei santi, ha un aspetto vegliardo, con una folta barba biancastra che gli conferisce una forte connotazione di autorevolezza.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3