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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
ANONIMO DI VIENNA
1879 circa
Vienna, Votivkirche
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
L'opera di trova nella Votivkirche a Vienna. E' un mezzo busto che appartiene a uno dei quattro medaglioni che si scoprono lungo la scala del pulpito monumentale all'ingresso del presbiterio. La scrittura Sanctus Augustinus indica il nostro santo fra gli altri quattro dottori della Chiesa. L'espressione di Agostino è di grande attenzione e compunzione: la mano destra si posa delicatamente sul petto per sottolineare l'interiorità dei suoi pensieri. Con la sinistra regge in mano un libro chiuso: indossa abiti vescovili con in testa una preziosa mitra. Il volto è giovanile con una folta barba che gli conferisce una aspetto serioso. Lo sfondo dorato e le ricche geometrie del medaglione risaltano con forza l'immagine del santo. La chiesa detta VotivKirche si apre su una vasta piazza sul Lueger-Ring. Fu eretta nel 1856-1879 dall'imperatore Francesco Giuseppe sul luogo e in ringraziamento di un fallito attentato del 1853. L'architetto progettista fu H. Ferstel che si ispirò all'architettura gotica francese del Duecento. Nell'ultima cappella a sinistra si trova la tomba del conte Niklas Salm, il liberatore di Vienna dai Turchi nel 1529, ornata di rilievi e probabile pera di Loy Hering (1530).
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6