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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Ottocento: Maestro di VogheraPITTORI: Maestro di Voghera
Sant'Agostino cardioforo
MAESTRO DI VOGHERA
XIX secolo
Voghera, chiesa delle Agostiniane
Sant'Agostino cardioforo
Questa statua si trova nella chiesa del convento delle Suore Agostiniane di Voghera dove è attivo il servizio educativo dell'Istituto "S. Caterina" e - in senso più ampio - della Congregazione delle Suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria. Come viene orgogliosamente indicato nel sito web dell'Istituto "Il nostro Padre S. Agostino (354 - 430) e la nostra Madre Fondatrice Maria Teresa Spinelli (1789 - 1850) sono le radici e le motivazioni che sostanziano la nostra attività educativa.
Nessuno meglio di S. Agostino ha tracciato un progetto educativo per la formazione integrale dell'uomo. Pochissime donne, come Maria Teresa Spinelli, hanno saputo esprimere una profonda passione per l'educazione dei fanciulli e dei giovani, specialmente l'educazione della donna."
La statua ci propone una iconografia agostiniana che ripete un cliché ben consolidato: il santo è vestito da vescovo e regge con una mano un libro e con l'altra un cuore fiammante. La scelta fortunata di questi due simboli nasce da una rilettura dei testi agostiniani.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: "sagittaveras tu cor meum charitate tua", hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3