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PITTORI: Anonimo amanuense francese

S. Agostino e la creazione da una miniatura francese quattrocentesca

Agostino e la creazione

 

 

ANONIMO AMANUENSE FRANCESE

1400-1460

Biblioteca Nazionale di Parigi, ms. Fr 19

 

Agostino discute della creazione con i filosofi

 

 

 

 

La scena raffigurata nel ms. Fr 19, conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi, è piuttosto complessa e si svolge in più episodi. A destra, all'interno di un edificio, stanno discutendo attorno ad un tavolo alcune dotte persone, tra cui Agostino in abiti vescovili. Sulla sinistra vi sono scene di campagna cui assiste ancora Agostino.

Più in alto c'è un gruppo numeroso di persone che guardano verso un bosco da cui esce un cervo, mentre più in alto si può osservare Iddio creatore che osserva compiaciuto la sua opera. L'insieme delle scene è curatissimo nei particolari e dà il senso di un vero quadro più che di una miniatura.

 

Agostino si occupò più volte della creazione del mondo e dell'universo. In diversi punti delle Confessioni il santo ne parla, ma è soprattutto nel libro dodicesimo che affronta la questione con grande respiro. Si tratta di una lunga meditazione sui primi versetti del libro della Genesi, con una serie di domande e di interrogativi a cui cerca di darsi una risposta.

 

Sant'Agostino nell'undicesimo libro delle Confessioni si occupa di questo problema: se la creazione è avvenuta davvero come afferma il primo capitolo della Genesi, e come essa dovrebbe essere accaduta dal nulla. Egli sostiene che il mondo non fu creato da una materia qualsiasi, ma dal nulla. Dio creò la sostanza, non soltanto l'ordine e la disposizione delle cose, la Genesi a tal proposito è esplicita. La domanda che lo tormenta è: "Perché il mondo non fu creato prima?"

Perché non c'era alcun "prima". Il tempo fu creato quando il mondo fu creato. Dio è eterno, nel senso che è senza tempo; in Dio non c'è né prima né dopo, ma solo un eterno presente. L'eternità di Dio è libera da ogni rapporto con il tempo. Egli non precedette la sua creazione del tempo, perché ciò implicherebbe che Egli stesse nel tempo, mentre Egli sta eternamente al di fuori della corrente del tempo, ciò conduce Sant'Agostino alla sua teoria del tempo.

"Che cosa è allora il tempo?" si chiede. "Se nessuno me lo chiede, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so." Sant'Agostino è perplesso; né il passato né il futuro, ma soltanto il presente realmente è; il presente è solo un momento, e il tempo può essere misurato soltanto mentre passa.

Tuttavia, esistono realmente il tempo passato e il tempo futuro. Sembra d'esser caduti in contraddizione. La via che Agostino trova per evitare queste contraddizioni è quella di dire che il passato ed il futuro possono essere pensati solo come presente: "il passato" come memoria, e "il futuro" come attesa, e la memoria e l'attesa sono entrambe fatti presenti.

 

"Che tipo di merito aveva la materia dei corpi per esistere, anche solo invisibile e informe, dato che neppure questo sarebbe stato, se non fossi stato Tu a crearla? E dunque non poteva, non esistendo, meritare ai Tuoi occhi l’esistenza. La materia non poteva meritare in alcun modo di esistere al cospetto di Dio. Che titoli di merito aveva quell’abbozzo di creatura spirituale anche solo per fluttuare al buio, simile all’abisso, dissimile da Te, se non per essere indotta da quello stesso Verbo a volgersi verso il suo Autore e da Lui illuminata farsi luce e per uguale forma a te conforme ancorché non uguale. "

AGOSTINO, Confessioni, 13, 2, 3