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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
ANTONIO BADILE
1484-1499
Verona, Cattedrale santa Maria Assunta, Cappella Dionisi
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
L'affresco si trova nella Cappella intitolata ai santi Pietro e Paolo, che fu concessa al Canonico Paolo Dionisi, che ne curò la costruzione fra il 1481 e il 1484. La parete di fondo si presenta affrescata come una finta architettura suddivisa verticalmente in tre registri con nicchie entro le quali sono stati raffigurati i Dottori della Chiesa, clipei con i profili di Cesare e angeli. Nel registro superiore sono raffigurate le immagini della Giustizia e della Temperanza, mentre il cornicione ha un fregio decorato. Sulla cimasa sono dipinti angeli: i quattro angeli esterni ai lati del timpani laterali hanno in mano i simboli della passione. Il fregio dell'architrave è decorato con motivi vegetali e fitomorfi.
Agostino è caratterizzato, nella nicchia superiore a destra, dall'abito e dalle insegne episcopali. Mentre con la mano sinistra impugna un sottile e lungo bastone pastorale, con la destra regge un libro chiuso. Il volto ha un aspetto di persona matura con una folta barba bianca che gli copre il mento.
Le ristrutturazioni quattrocentesche della cattedrale interessarono entrambe le navate che furono dotate di cappelle con i prospetti affrescati. Il modello che fu applicato, come in questo caso, è quello classico dell'arco trionfale. Per quanto le decorazioni pittoriche siano ascrivibili soprattutto a Giovanni Maria Falconetto, il cui nome compare nella cappella Calcasoli con la datazione 1503, per la cappella Dionisi è stata proposta una attribuzione ad Antonio Badile, pittore veronese, di cui erano presenti due tavole nella cappella Abazia, oggi conservate presso il museo della cattedrale.
Antonio Badile
Nacque a Verona verso il 1518, membro di una famiglia composta da ben tredici pittori. Antonio fece il suo apprendistato nella bottega dello zio Francesco, che lo accudì quando il giovane restò orfano nel 1530. Sposatosi nel 1541, Antonio ebbe otto figli, tra cui Elena, che diventò moglie di Paolo Veronese. Gli storici dell'arte nel passato hanno ritenuto che Badile sia stato un allievo del Torbido e del Caroto, ai quali certamente è stilisticamente prossimo. La sua arte fu parzialmente influenzata anche dal pittore bresciano Alessandro Bonvicino, detto il Moretto. Badile è conosciuto soprattutto perchè fu uno dei maestri di Paolo Veronese e di Giovanni Battista Zelotti.
Le sue prime opere, tra cui l'Ancona di Bartolomeo de' Festis, risentono degli influssi dalla pittura quattrocentesca. L'arrivo a Verona dei maestri bresciani, di Tiziano, e soprattutto dell'allievo Paolo Veronese, lo indussero a migliorare la sua tecnica artistica. Le sue opere vengono quindi a caratterizzarsi per una contrastante miscellanea di toni freddi e caldi, all'interno di una limpida scala cromatica. I suoi dipinti, come nel caso della cappella Dionisi, mostrano un forte interesse per l'integrazione tra figure umane e architetture. Nelle sue opere della maturità sono evidenti gli influssi dei grandi artisti del suo tempo: lo stile di Moretto appare nella sua "Madonna in Gloria", mentre per la "Resurrezione di Lazzaro" si ispirò a Dosso e a Savoldo. La sua opera più significativa, la "Madonna di Piazza dei Signori", che viene ritenuta il suo capolavoro, risente della influenza da Tiziano. Molto interessanti sono i suoi ritratti, quale ad esempio Frate Avanzi (Galleria dell'Accademia di Venezia), che sono impreziositi da una innovatività del tocco e da una caratterizzazione precisa della fisionomia dei personaggi. Morì nell'anno 1560.