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PITTORI: Baschenis Giovanni e Battista

Sant'Agostino

Sant'Agostino

 

 

BASCHENIS GIOVANNI E BATTISTA

1470

Pellizzano, chiesa della Natività di Maria

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La teoria dei santi affrescata nella navata sinistra con sant'Anna, santa Caterina, santa Lucia, sant'Agostino, san Giuseppe e santo Stefano accanto alla Madonna col Bambino in Trono e alla Trinità, costituisce la prima opera accertata dei fratelli Giovanni e Battista Baschenis in Trentino, come si può desumere dalla data dipinta ai piedi di san Giuseppe: Josep die quinto iunii 1470.

Il santo è ritto in piedi e tiene nella mano destra il bastone pastorale. Con la sinistra regge un libro chiuso. Agostino indossa i paramenti episcopali e in testa porta la mitra. Sfortunatamente il volto del santo è in gran parte perso. Si nota comunque una folta capigliatura e un barba grigiastra. Ai piedi del santo si legge la nota sanctus augustinus.

 

La chiesa fu consacrata nel 1474, al termine di una radicale ristrutturazione di un edificio sacro già menzionato in un documento del 1265.

La chiesa è costruita in nitide forme gotiche, con tetto a ripidi spioventi, contrafforti scalari, alte finestre a ogiva e armonioso portale romanico-gotico. Elemento di raffinata architettura è il protiro in stile neoclassico, caratteristico degli edifici trentini del Rinascimento. La chiesa fu ampliata verso ovest e fu dotata di una nuova facciata con portale rinascimentale realizzato nel 1535 da maestranze lombarde, che dettero all'edificio l'attuale aspetto architettonico. Il campanile ha una cuspide a cipolla, caratteristica del barocco austriaco e bavarese.

Stupendo è il portale romanico-gotico con cornice strombata a più anelli concentrici. Verso il cimitero si aprono invece due finestre ogivali. La chiesa è meta di periodici pellegrinaggi popolari dalle valli del Noce.

Sulla facciata verso la piazza esisteva un grande affresco, distrutto nel 1841, raffigurante il leggendario passaggio di Carlo Magno, opera di Simone II Baschenis, analoga a quella esistente nella chiesa di S. Stefano a Carisolo.

L'interno è ampio, suddiviso in tre navate con volte a crociera costolonate e sorrette da colonne circolari a basamento quadrangolare od ottagonale.

 

Gli affreschi del protiro, dipinti nel 1533, costituiscono uno degli esiti più alti dell'arte di Simone Baschenis. Il timpano è affrescato con l'ariosa scena dell'Annunciazione, ambientata in un'ampia loggia sovrastata dalla figura di Dio Padre aureolato di nubi, le quattro vele del protiro ospitano invece le figure degli Evangelisti, liberati dalle rispettive cattedre e assisi su nuvole e nella lunetta sottostante è raffigurato lo Sposalizio mistico di santa Caterina fiancheggiato dai santi Maddalena, Vigilio e Rocco. La lunetta del portale racchiude il Cristo al sepolcro fra la Madonna e san Giovanni. All'interno la chiesa presenta tre navate sorrette da colonne in granito, abside con volta a costoloni e una cappella barocca arricchita di stucchi. La parete della navata di destra presenta affreschi di Giovanni e Battista de Baschenis, parzialmente danneggiati per gli interventi realizzati nel corso dei secoli. Essi riportano una serie di personaggi disposti su due livelli: nel registro superiore si trovano le sante Anna e Caterina, san Nicola da Tolentino, una Madonna in trono e un Dio Padre con Crocifissione; nel registro inferiore trovano invece posto Santa Lucia, Sant'Agostino e altri santi.

In testa alla navata sinistra si trova l'altare dei Disciplini, con un affresco di Cipriano Valorsa del 1571, che raffigura la locale Compagnia dei Battuti, abbigliata in cappe bianche munite di cappucci. Seicentesca è la cappella Canacci, una cappella barocca con stucchi e tre altari, a cui si accede da una balaustra lignea, commissionata dall'omonima famiglia pellizzanese e caratterizzata da una balaustra realizzata dall'intagliatore bavarese Simone Lenner (1626), attivo anche in altre chiese della Val di Sole. La struttura ospita una tela barocca che raffigura una Natività di Maria del 1612 attribuita a Martino Teofilo Polacco, successivamente autore della pala di sant'Anna nella chiesa di Malé. La parte presbiteriale è leggermente rialzata e separata dalla sala con una balaustra. L'altare di destra, detto di sant'Antonio, ospita un reliquiario del 1680 e un'ancona Seicentesca che raffigura, oltre ai santi Rocco, Sebastiano, Antonio Abate e Antonio da Padova, la Madonna che prega il Cristo dal desistere dallo scagliare una serie di frecce contro la Terra.

Barocche sono anche le sculture della nicchia che ospita la pala della natività, attribuite ai Bezzi di Cusiano. Una parete laterale dell'altare di sinistra ospita un'ancona datata 1606 raffigurante una copia della Madonna del Divino Amore. Nello stesso altare si trova un affresco che raffigura i Disciplini, opera realizzata nella seconda metà del XVI secolo da Cipriano Vallorso. La cappella conserva due altari: uno barocco, dedicato all'Immacolata, e uno tardosettecentesco, dedicato al Crocefisso.

Nel 1840 la chiesa fu danneggiata da un incendio che danneggiò in modo particolare la facciata.

 

 

 

Giovanni e Battista Baschenis

Entrambi figli di Antonio Baschenis, appartenente alla dinastia dei Lanfranco e nipote di Angelo, lavorarono inizialmente in Trentino, affrescando diverse chiese, tra cui la cappella di San Valerio a Tasullo e la chiesa di sant'Uldarico a Rumo, in Val di Non, dove nel 1471 realizzarono una bella Ultima Cena. Tornati a casa, Giovanni si dedicò alla pittura lavorando da solo e realizzando tra l'altro la Raffigurazione del peccato originale nella sagrestia di Alino (1478) nonchè il Cristo sul sepolcro tra la Madonna e San Giovanni (1486) oggi conservato in una collezione privata di Fuipiano al Brembo (San Giovanni Bianco).