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PITTORI: Maestro di S. Agostino

Sant'Agostino vescovo benedicente

Sant'Agostino vescovo benedicente

 

 

MAESTRO DI SANT'AGOSTINO

1450-1480

Bergamo, chiesa di sant'Agostino

 

Sant'Agostino vescovo benedicente

 

 

 

L'affresco mutilo, che raffigura sant'Agostino benedicente, si trova nella cappella dell'Annunciata nella chiesa di sant'Agostino a Bergamo.

Non si conosce da chi né da quando questa cappella sia stata costruita, ma è certo che essa era assegnata ai Conti di Calepio fin dal XV secolo. Il conte Trussardo, lo stesso che edificò il castello di Calepio e lo difese contro il Piccinino a favore della Republica Veneta, da cui ebbe in compenso il feudo della Valle Calepio, fu sepolto nel 1452 nella chiesa di sant'Agostino. Alla chiesa aveva lasciato un calice e una patera d'argento, una pianeta con tonicelli, un messale membranaceo ed altro "pro ornatu altaris Capelle Annuntiate".

La vedova del conte Trussardo, Caterina de Bucelleni, lasciò a sua volta al convento 50 lire imperiali ed il loro figlio conte Nicolino, con suo testamento del giugno 1484 lasciò due sue mantelline di broccato d'oro da convertirsi in messali "pro ornatu sue capelle Annuntiate."

Un altro figlio del Conte Trussardo fece doni al monastero e ne fu un insigne membro facendosi frate: è il celebre Ambrogio Calepio inventore del calepino.

Il conte Nicolino quondam Ludovico con suo codicillo 6 settembre 1566 lasciò al convento 50 lire imperiali e due pesi di butirro (burro) da pagarsi in perpetuo dai suoi eredi, coll'onere di celebrare una messa quotidiana ad "suum altare Annuntiate iam antiquitus constructum."

Nicolino morì il 31 luglio 1569 e venne provvisoriamente deposto nel capitolo del vecchio monastero, essendo sua volontà che nella Cappella dell'Annunciazione gli fosse eretto "unum pulchrum sepulchrum in loco eminento ex lapide e marmoreo albo" del valore di cento scudi d'oro.

In seguito si lasciò deperire in modo che nel 1708 il Vicario Generale dell'Ordine, frate Giuseppe Agostino Celuario d'Alessandria ne ordinò decente riparazione sotto pena ai proprietari di perderne il juspatronato.

Fu ridotta in bella forma ed a bellissimo decoro vi si trasportò un eccellente quadro raffigurante sant'Orsola, del costo di 62 ducati pari a 312 lire imperiali. Al tempo della soppressione del convento fu ritirato dalla famiglia Calepio ed ora si trova in casa Noli.

L'affresco mutilo di sant'Agostino che si conserva in questa cappella ce lo presenta vestito da vescovo, con la mitra in testa, in atto di benedire i fedeli. Un nimbo gli copre il capo e indica all'osservatore che siamo in presenza dio un santo.

Agostino sotto l'abito episcopale mette ben in evidenza la tonaca neri dei monaci agostiniani. Questo particolare è molto comune in ambito conventuale agostiniano ed è dettato dal desiderio dell'Ordine di riaffermare la sua stretta dipendenza dalle esperienze monacali in terra d'Africa implementate da Agostino.

 

 

Da Sion ti benedica il Signore, che ha fatto il cielo e la terra. Esorta varie persone a benedire [il Signore] ma lui benedice uno solo, poiché dei molti egli ha fatto un solo uomo, essendo cosa buona e gioconda il convivere dei fratelli nell'unità 9. Fratelli è di numero plurale, ma nell'unità è singolare: per questo continua: Da Sion ti benedica il Signore, che ha fatto il cielo e la terra. Nessuno di voi dica: Questa benedizione non arriva fino a me. Ma chi pensi che sia colui a cui è detto: Ti benedica il Signore da Sion? Benedice l'unità. Partecipa dell'unità e la benedizione si estenderà fino a te.

AGOSTINO, Discorso 133, 3, 3