Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Michelino da BesozzoPITTORI: Michelino da Besozzo
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
MICHELINO DA BESOZZO
1410
Milano, Museo Castello Sforzesco
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
L'opera, una tempera su tavola, che è stata acquisita dal Museo nel 2018, presenta una immagine di Agostino nelle sue vesti episcopali. In testa porta una mitra e con la mano destra regge un bastone pastorale. Ai piedi del santo una piccola balaustra apre ad uno fondo dorato su cui si staglia l'immagine del santo. la tavola proviene molto probabilmente da insediamento agostiniano dato che sotto il piviale è ampiamente visibile l'abito nero dei monaci agostiniani. Questo particolare è assai comune nelle committenze dell'ordine agostiniano che ha sempre considerato Agostino come Padre fondatore. Per rafforzare questo messaggio d'abitudine il santo veniva raffigurato con l'abito monacale, sotto il piviale, ma comunque ben visibile agli occhi del fedele che osservava il dipinto.
Il volto del santo, dall'aspetto giovanile, con una semplice barba brunastra che gli copre le gote e il mento, rivela uno sguardo raccolto con gli occhi semisocchiusi, quasi fosse in uno stato di profonda riflessione.
Da notare il naso particolarmente acuto, dalla conformazione netta.
Michelino da Besozzo
Michele da Besozzo nacque verso il 1370 a Besozzo. Sappiamo che già nel 1388 lavorò nel secondo chiostro del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia, dove affrescò scene della vita di sant'Agostino. Purtroppo questo ciclo iconografico è andato perso. Tra il 1395 e il 1405 Michelino miniò il Libro d'Ore oggi conservato alla Biblioteca di Avignone. Nel 1414 lavorò insieme a miniatori veneti al codice Cornaro con le Epistole di san Gerolamo. A questo periodo risalgono due affreschi votivi per la tomba Thiene nella Chiesa di santa Corona a Vicenza. Nel 1418 Michelino fece ritorno a Milano per lavorare nel cantiere del Duomo e tra il 1423 e il 1425 fu pagato per la fornitura di disegni della vetrata di santa Giuditta, di cui restano oggi alcune figure all'interno di una vetrata del duomo milanese.
Tra le sue opere più significative ricordiamo la tavola col Sposalizio mistico di santa Caterina, firmata Michelinus fecit (1420), lo Sposalizio della Vergine (Metropolitan Museum di New York del 1435 circa) e la Madonna col Bambino e santi dell'abbazia di Viboldone. All'ultimo periodo di attività del maestro risale l'affresco con il Corteo dei Magi, realizzato per la chiesa di Santa Maria Podone. Il pittore si spense verso il 1455.
Il suo stile si accosta a quello del veronese Stefano da Zevio, nel solco del goticismo oltramontano che, nella prima metà del Quattrocento, si sviluppò a Milano e a Verona.