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PITTORI: Bindo da Siena

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

BINDO DA SIENA

1469

Pavia, Biblioteca Universitaria, Tabula super Bibliam

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La miniatura si trova in un'opera di Bindo da Siena dal titolo Tabula super Bibliam. L'iniziale A, l'unica miniata del codice, contiene l'immagine di S. Agostino che veste i paramenti liturgici tipici dei vescovi. In testa porta una semplice mitra rossastra, indossa un piviale verde e tiene nella mano destra un esile bastone pastorale. Con l'altra mano regge un libro dalla copertina azzurra. Un nimbo avvolge il capo del santo, il cui volto esprime una persona ormai avanti negli anni con una folta barba grigiastra.

La lettera ha fondo oro e blu ed è arricchita lungo il margine interno da un fregio vegetale policromo con globi dorati e cigliati. L'anno di trascrizione del codice, il 1469, può essere riferito anche alla realizzazione della miniatura ad opera probabilmente di un ignoto artista pavese.

Nel margine superiore una nota di possesso che riporta "Est Sancti Epiphani" indica che il manoscritto apparteneva al Monastero di S. Epifanio di Pavia, che era retto dai Canonici Lateranensi di regola agostiniana. Il testo del manoscritto permetteva ai monaci un uso appropriato delle Sacre Scritture nella predicazione.

 

Pur in presenza di numerose modifiche nel tardo Settecento del complesso di sant'Epifanio, oggi è ancora ben agibile il chiostro.

L'edificio fu realizzato grazie alla munificenza dell'aristocratico pavese Giovanni Antonio Astolfi, che lo assegnò nel 1453 ai canonici lateranensi. Come riporta un'epigrafe conservata all'interno del chiostro i lavori vennero terminati nel 1476. Il chiostro ha una forma a pianta quadrata con sette arcate per ogni lato. Al piano superiore in origin si apriva un loggiato che è stato successivamente tamponato.

La chiesa di sant'Epifanio era più antica fu costruita nella seconda metà del V secolo ad opera del vescovo Epifanio. L'originario titolo dei santi Vincenzo e Gaudenzio, dopo la morte del vescovo, che venne sepolto al suo interno, fu ridedicato a Epifanio. La fama dei suoi miracoli convinse nel 962 Othwin, vescovo di Hildesheim, ad asportare furtivamente gran parte delle reliquie del santo, che ora sono custodite nella cattedrale di Hildesheim. La chiesa venne ricostruita nel 1239 e nel 1451 papa Nicolò V l'affidò ai Canonici Lateranensi.

Nel 1769 la chiesa era officiata da 17 sacerdoti e sei chierici e aveva numerosi fondi agricoli nei paesi di Marzano e Spirago nonchè nei sobborghi di Pavia. La canonica nel 1773 venne soppressa e gli edifici, su ordine del conte Carlo Giuseppe di Firmian, plenipotenziario degli Asburgo per la Lombardia, furono assegnati al neocostituito Orto Botanico dell'Università di Pavia. Nel 1816 la chiesa venne demolita.