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PITTORI: Maestro bolognese

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRO BOLOGNESE

1495-1499

Bologna, chiesa di S. Giacomo Maggiore

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

Il dipinto, opera di un anonimo pittore bolognese quattrocentesco, è un affresco murale che raffigura sant'Agostino in un tondo.

L'opera che risale alla fine del Quattrocento, tra il 1495 e il 1499, si trova a Bologna nella chiesa di S. Giacomo Maggiore, la cui prima pietra fu gettata nel 1267. Già fin dal 1247 una comunità di eremiti, fondati dal beato Giovanni Bono da Mantova sotto la regola di sant'Agostino, detti Giamboniti, si era stabilita quasi a ridosso delle mura che cingevano allora Bologna, la cosiddetta seconda cerchia, detta "del mille". L'insediamento sorgeva lungo il corso del Savena, ora deviato, in un luogo più o meno corrispondente all'attuale Villa Torri, lungo il viale Filopanti.

Qui i giamboniti fondarono il loro monastero e la chiesa dedicata a S. Giacomo. Quando nel 1256 Alessandro IV riunì in un unico Ordine tutti gli eremiti che professavano la regola di S. Agostino, anche gli eremiti di S. Giacomo di Savena vennero a far parte del nuovo grande organismo detto "Ordine Eremitano di S. Agostino", il cui primo generale fu Lanfranco Settala da Milano, giambonita, proveniente dalla comunità del Savena.

Il dipinto bolognese ci presenta un Agostino raffigurato secondo i canoni più tradizionali della sua iconografia che lo vede nel ruolo di vescovo e Dottore della Chiesa. Anche in questo caso il santo è stato raffigurato come vescovo: in testa porta la mitra cerchiata dl nimbo dei santi. Fra le braccia regge il bastone pastorale, mentre con le mani tiene aperto un libro che sta leggendo.

Agostino sotto la veste episcopale tradisce la presenza del nero abito monastico degli agostiniani, secondo una consuetudine iconografica diffusa nell'Ordine che così voleva visivamente rimarcare il suo stretto legame con sant'Agostino ritenuto il fondatore del movimento monastico che si ispirava alla sua regola.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.