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PITTORI: Maestro della cappella Bracciolini

Allegoria del Trionfo di sant'Agostino a san Francesco di Pistoia

Allegoria del Trionfo di sant'Agostino

 

 

MAESTRO DELLA CAPPELLA BRACCIOLINI

1430 circa

Chiesa di San Francesco a Pistoia

 

Allegoria del Trionfo di sant'Agostino

 

 

 

 

La chiesa di San Francesco a Pistoia, nella prima cappella del transetto sinistro, detta Cappella Bracciolini, conserva una bella rappresentazione agostiniana che raffigura il Trionfo del santo. La parete è suddivisa in tre grandi riquadri sovrapposti, dei quali solamente due sono decorati da affreschi - la pittura murale del lunettone è andata completamente distrutta - raffiguranti: lo Sposalizio della Vergine e il Trionfo di Sant'Agostino. Nella prima scena si vedono al centro la Vergine e San Giuseppe davanti al sacerdote che unisce le loro mani. Ai lati dei due sposi sono stati rappresentate molte persone che assistono all'evento; tra essi si possono riconoscere, a destra, Sant'Anna e San Gioacchino. Il matrimonio si sta svolgendo in città, all'interno di un cortile che è recintato e decorato sulla parete di fondo da un drappo operato. Dietro il muro sono stati raffigurati alcuni alberi. Il secondo affresco rappresenta Sant'Agostino seduto in cattedra al centro della scena. L'opera è un dipinto murale di cm. 300x400 ca. che occupa uno dei tre grandi riquadri sovrapposti che si sviluppano sulla parete, dove Sant'Agostino appare seduto in cattedra al centro della scena. Egli è collocato più in alto rispetto alle figure femminili sedute in scanni che raffigurano: a destra le Arti del Quadrivio e del Trivio; a sinistra le Virtù teologali e cardinali. Ai lati della cattedra, sei busti di santi sostengono dei cartigli con passi dei sermoni agostiniani. Essi sono, a destra, San Gregorio Magno, San Girolamo, San Bernardo di Chiaravalle; a sinistra, Sant'Ambrogio e altri due santi non identificati. Vicina a questi è raffigurata una donna che simboleggia l'Astrologia: è appoggiata su un'ampia circonferenza nella quale sono raffigurati i sette cicli del sistema tolemaico. Essa faceva da pendant ad una seconda figura, forse la Teologia, oggi andata perduta. I riquadri sono delimitati da cornici che hanno decorazioni geometriche.

L'affresco è stato attribuito a Giovanni di Bartolomeo Cristiani, di Pietro Lorenzetti, o di Antonio Vite, ma è il Giglioli (1904) che rileva all'interno della cappella la presenza di quattro mani diverse. Brunetti (1935) invece attribuisce l'intera parete destra ad un unico autore, che ritiene legato a forme gaddesche e particolarmente attento alla cromia calda e morbidamente fusa, pur mostrando contrasti tra intenti plastici e lineari che non sono pienamente risolti. Per questi affreschi, gli studi recenti hanno teso a privilegiare la tesi che l'esecuzione dell'intero ciclo si debba ad un unico artista, pur rilevando le qualità non omogenee delle pitture. Il Maestro della cappella Bracciolini elabora un linguaggio che si fonda su molteplici istanze culturali di derivazione fiorentina e gotico-internazionali.

Per quanto riguarda la datazione, la Brunetti li considera dipinti intorno al 1430, mentre Enrica Neri Lusanna (1993) li fa risalire al secondo decennio del XV. La decorazione della cappella comprende anche, sulla parete sinistra, Morte della Vergine e Morte di San Luigi; sulla parete di fondo Quattro santi entro edicole tra cui San Bartolomeo; nella volta busti di santi; nel sottarco d'ingresso sei busti di santi, negli stipiti dello stesso arco quattro santi tra cui San Averardo.