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PITTORI: Bragadin Donato

Particolare della tela con sant'Agostino

Particolare della tela con sant'Agostino

 

 

BRAGADIN DONATO

1459

Venezia, Palazzo Ducale

 

San Marco fra san Gerolamo e sant'Agostino

 

 

 

La tela che raffigura il leone di san Marco fra san Gerolamo e sant'Agostino è conservato nel Palazzo Ducale di Venezia. In origine si trovava nella sala dell'Avogaria mentre attualmente è in deposito nella sala Grimani negli appartamenti del Doge.

Donato Bragadin, detto anche Donato Veneziano, lo dipinse nel, 1459 e vi raffigurò San Marco in forma di leone tra due grandi Dottori della Chiesa, S. Girolamo a sinistra e S. Agostino a destra.

Sul libro aperto che viene tenuto in piedi con una zampa si può leggere: "legibus quibus immoderata hominum frenatur cupiditas quempiam parere cogatis" il che significa "costringete ognuno a obbedire alle leggi con le quali si frena l'immoderata cupidigia degli uomini."

Sul cartiglio che Girolamo regge in mano troviamo scritto: "nihili quempiam irati statuatis" e cioè "non sentenziate nessuno su nulla quando siete arrabbiati." Anche sul cartiglio che Agostino fa svolazzare si può leggere: "hominum uero plectentes errata illa non tam magnitudine peccati quam uestra clementia et mansuetudine metiamini" e cioè "in realtà, nel punire gli errori degli uomini misurerete non tanto l'entità dei loro peccati quanto la vostra clemenza e bontà'."

Si tratta di una serie di sentenze, moniti, precetti ed esortazioni al buon governo, assolutamente necessari in una sala che dedicata agli operatori della giustizia della Repubblica Veneta.

Sant'Agostino è stato qui raffigurato come vescovo rivestito dei suoi abiti episcopali con nella mano destra il bastone pastorale. Il santo ha un viso di persona matura con una foltissima barba castana che gli copre il volto e il petto. La tela nel suo complesso è un dipinto ritardatario ispirato a esemplari anteriori dello stesso motivo araldico.

 

 

Bragadin Donato

Figlio di un Giovanni, nel 1438 dipinse un Battesimo di Cristo per l'altar maggiore della chiesa di S. Marina a Venezia. Due anni dopo stipulò un contratto con Iacopo Bellini e nel 1445 lo troviamo che abita a Zara ("prudens vir magister Donatus Bragadin de Venetiis habitator Jadre") da dove nomina l'intagliatore Cristoforo da Ferrara, abitante a Venezia, suo rappresentante con pieni poteri presso il tribunale veneziano. Viene ricordato in un altro documento del 1448-1452, dove si specifica che dipingeva nella cappella di S. Anastasia nel duomo in collaborazione con i figli Tommaso e Iacopo. Nel 1452 ritorna a Venezia dove dipinge una Madonna per il refettorio di S. Elena e nel 1460 fa un polittico per la chiesa di S. Samuele. Di tutte le sue opere sono rimaste la tela qui presentata con il Leone di san Marco fra i santi Girolamo e Agostino e il Trittico Sambon al Metropolitan Museum di New York, firmato "Opus Donati".

Nel 1468 abita a San Lio, dove ha la sua bottega, ed emancipa il figlio Tommaso. Muore a Venezia il 30 ottobre del 1473.

Bragadin rappresenta il passaggio dalle forme gotiche a quelle rinascimentali nella pittura veneziana della metà del Quattrocento in un modo personale. Sebbene gli elementi gotici, che si riscontrano nelle fisionomie dei suoi santi siano dominanti, non si può negare la presenza di un alito rinascimentale. Le sue opere, "di un'umanità addolcita fra il vero e il sognato" (Longhi), sono improntate a un raffinato lirismo permeato di malinconia e ci presentano un artista dai tratti individuali, dovuti forse anche a contatti con la pittura lombarda e toscana, che ha un posto non secondario nella pittura veneziana dominata allora da una parte da Iacopo Bellini, dall'altra da Antonio Vivarini.

Anche suo figlio Tommaso fu pittore ma non ci è nota nessuna sua opera.