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PITTORI: Pittore gotico

Cristo fra Sant'Agostino e sant'Ambrogio

Cristo fra Sant'Agostino e sant'Ambrogio

 

 

PITTORE GOTICO

1400-1440

Brugherio, chiesa di S. Ambrogio

 

Cristo fra Sant'Agostino e sant'Ambrogio

 

 

 

La pala raffigura sant'Ambrogio e sant'Agostino e si trova nella posizione centrale della chiesa sotto la volta del presbiterio, che si presenta a spicchi azzurri stellati quattrocenteschi con costole di mattoni. La volta sovrasta l'altare in pietra dove si trova la pala che tuttavia è solo una copia della preziosa pala quattrocentesca raffigurante Cristo, Sant'Ambrogio e Sant'Agostino. L'opera originale è custodita dalla famiglia Dubini, proprietari del complesso religioso dal 1903. Al centro della pala emerge la figura del Cristo che indossa il manto rosso della Regalità. Tiene nella mano sinistra la Croce astile come trofeo della vittoria, mentre con la destra indica il costato ferito dai soldati romani. Alla sua destra l'osservatore può scorgere sant'Ambrogio: alla sua sinistra c'è invece sant'Agostino che reca un cuore simbolo del suo amore per Cristo e la Trinità.

Nella fascia superiore della pala il pittore ha dipinto sei formelle con decorazioni gotiche raffiguranti i san Luca, san Giovanni, Dio, la Colomba dello Spirito Santo e i santi Apostoli Pietro e Paolo. La struttura e lo stile della pala sono tipiche del periodo gotico, ma non è possibile fare congetture dell'autore, se lombardo e di formazione e provenienza nordica.

La chiesetta di S. Ambrogio si trova nella campagna di Brugherio e probabilmente la struttura originaria è di età paleocristiana. Sorge lungo la cosiddetta "strada dei carri", poco distante dalla strada romana militare che portava da Milano all'Oriente. La tradizione locale lega questo luogo alla figura di sant'Ambrogio e di sua sorella Marcellina. In particolare si tramanda che sia stato lo stesso Ambrogio ad avere comperato questa tenuta come villa di campagna al fine di procurarsi un luogo di villeggiatura estiva. Alla sua morte, secondo questa tradizione, avrebbe lasciato tutti i suoi beni alla Chiesa di Milano e l'usufrutto alla sorella Marcellina che vi avrebbe condotto vita monastica insieme ad altre compagne, custodendo e venerando le reliquie dei tre Re Magi.

Al di là dei racconti popolari e della tradizione, di sicuro c'è che dopo il Mille il luogo vide la presenza delle monache benedettine, che fondarono un vero monastero a fianco del quale costruirono la chiesa oggi esistente. Con la soppressione napoleonica del monastero, il complesso degli edifici fu trasformato in villa signorile e successivamente in abitazione colonica. Gli affreschi che ornavano l'antico oratorio furono scrostati e le pareti intonacate. La facciata dell'attuale chiesa si presenta in stile romanico lombardo con uso di laterizio. Ai lati del portale di granito si notano due monofore a tutto sesto. Come architrave è stato riutilizzato probabilmente il blocco della facciata originaria, su cui compaiono in bassorilievo il Leone e l'Aquila, simboli degli Evangelisti Marco e Giovanni, e al centro, una Croce greca. L'interno della chiesa si presenta a navata unica con la volta a capanna sostenuta da capriate lignee. Gli affreschi ricomparsi sulle pareti laterali durante una campagna di restauro eseguita all'inizio del Novecento portano ad un orizzonte culturale lombardo. Sulla destra venne dipinta la famiglia degli Ambrosii: Marcellina, Ambrogio e Satiro. Marcellina ha un aspetto ieratico e regge con la mano destra dei fiori. Il vescovo Ambrogio, senza barba, in manto e mitria, benedice con una mano e si appoggia con l'altra al pastorale. San Satiro è invece caratterizzato da un'espressione che riporta allo stile e alla sensibilità pittorica bizantina.