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PITTORI: Anonimo di Cascia

La Vergine con il Bambino, Agostino vescovo e Nicola da Tolentino

La Vergine con il Bambino, Agostino vescovo e Nicola da Tolentino

 

 

ANONIMO DI CASCIA

1486

Cascia, chiesa di S. Agostino

 

La Vergine con il Bambino, Agostino vescovo e Nicola da Tolentino

 

 

 

L'affresco si trova nella lunetta del portale tardo trecentesco della chiesa di sant'Agostino a Cascia. Costruita nel 1059 l'edificio venne ampliato nel 1380. La lunetta è opera di un artista umbro della seconda metà del XV secolo. Al centro è possibile osservare la Madonna in trono a mezzo busto con Gesù Bambino fra le mani in piedi su un piccolo piedistallo. Alla sinistra a mezzo busto il pittore ha effigiato sant'Agostino in abiti vescovili, mentre a destra si nota san Nicola da Tolentino con i consueti attributi iconografici. Si possono facilmente riconoscere il sole raggiato sulla mano destra, il giglio e il libro chiuso.

La chiesa agostiniana con il convento annesso, conserva la primitiva struttura che fu edificata intorno al 1389. Una sicura documentazione attesta che in tale anno Giovanni di Buccio di Cascia, il giorno 11 novembre, stipulò con Antonio di Tozio di Berardone, anch'esso casciano, sindaco e procuratore dei frati, una obbligazione di fornitura di 35.000 coppi o pinci di buona qualità, per la somma complessiva di 80 fiorini d'oro. Si obbligò inoltre a scaglionare la consegna di 5.000 coppi all'anno nel mese di agosto. Eretto il nuovo tempio, l'antico venne utilizzato come chiesa inferiore e poi abbandonato. Nella lunetta la Vergine con il Bambino in braccio è in compagnia di sant'Agostino e di san Nicola da Tolentino. Il santo vescovo è stato raffigurato nella sua dignità episcopale. Indossa un bel manto mentre impugna con la destra il bastone pastorale e con la sinistra regge una serie di libri. In testa ha la mitra circondata da un nimbo di santità. Il viso è quello di una persona anziana, con una folta barba e capigliatura bianca, ma dallo sguardo acuto e penetrante. A destra della Vergine simmetricamente disposto si osserva san Nicola da Tolentino, dall'aspetto giovanile, con la tonaca nera e un libro in mano assieme al giglio che contraddistingue la purezza del suo spirito.

 

Nicola da Tolentino nacque nel 1245 a Sant'Angelo in Pontano un paesino nelle vicinanze di Fermo. I suoi genitori, forse Compagnono de Guarutti e Amata de Guidiani, erano gente pia e profondamente religiosa. La leggenda della sua vita rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio.

Ritornati a Sant'Angelo concepirono finalmente il figlio desiderato e, contenti di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di sant'Agostino. Si distinse a tal punto nei suoi studi che, prima che essi fossero compiuti, fu eletto canonico della chiesa di san Salvatore. Ascoltando una predica di un eremitano agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus ("non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza"), si sentì chiamare alla vita religiosa.

Implorò allora l'agostiniano di ammetterlo nel proprio Ordine, e i suoi genitori acconsentirono con gioia. Così a 14 anni, è l'epoca dello scontro tra re Manfredi, figlio di Federico II, e papa Alessandro IV per i territori pontifici, entra fra gli Eremitani di Sant'Agostino di Castel Sant'Angelo, suo luogo natale, come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti. Già prima della sua ordinazione venne mandato in diversi monasteri dell'ordine: San Ginesio, Recanati, Macerata e altri, e i biografi mettono in evidenza che fu un modello di generoso impegno verso la perfezione.