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Sant'Agostino consegna le Regola alle monache
PAOLO DA VISSO
1444
Cascia, chiesa S. Agostino
Sant'Agostino consegna le Regola alle monache
L'affresco è di grande importanza poiché riporta alle origini del convento e più in generale dell'ordine agostiniano nel ramo femminile. Agostino è seduto a destra in trono, con l'iscrizione in pedice S(ANCTUS) AUGUSTINUS, ed offre a santa Monica un cartiglio che ricorda un passo della sua regola. Il santo è raffigurato con la sua dignità episcopale: ha in testa la mitra, circondata da un'aureola. Con la sinistra regge un bastone: lo sguardo del viso è intenso e fisso verso la figura gigantesca della madre che gli si sta avvicinando. Monica è identificata dall'aureola e dall'iscrizione in basso sulla cornice: S(AN)C(T)A MONICA MATRE S(AN)C(T)I AUGUSTINI. In lontananza, in basso a sinistra, sta un gruppo di monache inginocchiate oranti in proporzioni minori. Sotto il manto rosso si nota ben in vista la cocolla nera dei monaci agostiniani.
In un ambiente dai contorni tardo Quattrocenteschi, con montagne e rari alberi a bosco, un gruppo di monache oranti in ginocchio osserva con attenzione e devozione la scena fra Agostino e la badessa. Un azzurro cielo con nuvole fa da sfondo alla scena assai sobria e scarna nella sua struttura compositiva, come è tipico dell'arte quattrocentesca che deriva dallo stile miniaturistico medioevale.
La committenza fu ordinata dalla badessa, come si legge sulla cornice: HOC OPUS FECERUNT FIERI ABBATISSA ET SOTIE EIUS. La badessa potrebbe essere Domina Mariola Iacobi de Cassia, che appare nel capitolo del 1445. L'autore dell'opera potrebbe essere Paolo da Visso.
11. 1. Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.
11. 2. Così di giorno in giorno s'imponeva e diventava più evidente la verità della predicazione della chiesa cattolica, e così anche il modo di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza e assoluta povertà: perciò dal monastero che quel grande uomo aveva fondato e fatto prosperare con gran desiderio (varie comunità) cominciarono a chiedere e ricevere vescovi e chierici, sì che allora prima ebbe inizio e poi si affermò la pace e l'unità della chiesa.
11. 3. In fatti circa dieci uomini santi e venerabili, continenti e dotti, che io stesso ho conosciuto, il beato Agostino, richiesto, dette a diverse chiese, alcune anche molto importanti.
11. 4. D'altra parte costoro, che dal loro santo modo di vita venivano a chiese di Dio diffuse in vari luoghi, si dettero ad istituire monasteri, e poiché cresceva lo zelo per l'edificazione della parola di Dio, preparavano a ricevere il sacerdozio fratelli, che furono messi a capo di altre chiese.
11. 5. Pertanto progrediva per mezzo di molti e in molti la dottrina di fede salutare, di speranza e di carità insegnata nella chiesa, non solo in tutte le parti d'Africa ma anche nelle regioni d'oltremare: infatti con la pubblicazione di libri, tradotti anche in greco, grazie a quel solo uomo, con l'aiuto di Dio, tutto il complesso della dottrina cristiana venne a conoscenza di molti.
11. 6. Allora - com'è scritto - il peccatore a veder questo s'adirava, digrignava i denti e si struggeva (Sal. 111, 10); invece i tuoi servi - secondo quanto sta scritto - erano in pace con quelli che odiavano la pace e quando parlavano erano combattuti da quelli senza motivo (Sal. 119, 7).
POSSIDIO, Gesta Augustini 11, 1-6
La grande diffusione della Regola di Agostino come norma di vita monacale ricominciò nel secolo XI, soprattutto dopo che venne adottata dalle comunità dei Canonici Regolari prima in Francia e poi negli altri Stati europei. Quando si parla di Regola agostiniana nelle comunità canonicali, ci si riferisce sia alla Regula tertia o Praeceptum, che alla Regula secunda o Ordo monasterii.
L'Ordo monasterii, più esigente in quanto a disciplina, fu adottato tra gli altri, dai Canonici di Springiersbach e dai Canonici Regolari Premostratensi; tuttavia dopo il XIII secolo ad esso fu preferita la Regula tertia.
L'affermarsi della Regula tertia fu dovuto anche alla decisione del Concilio Lateranense IV del 1215 di considerarla una delle regole di riferimento per le nuove fondazioni religiose. Essa venne assunta dai Frati Predicatori, dai Servi di Maria e, in modo speciale, dagli Agostiniani i quali, però, aggiunsero all'inizio della Regula tertia la prima frase dell'Ordo monasterii. Fu subito chiaro per le nuove fondazioni agostiniane che il solo Praeceptum non poteva regolare la vita complessa di un Ordine: ad esso fu quindi aggiunta una serie di costituzioni, dichiarazioni, regolamenti, che avrebbero dovuto regolare con più precisione la vita monastica.
È stato stimato che il numero complessivo degli istituti che nel corso dei secoli hanno adottato la Regola agostiniana sia di circa 500. Il recupero della Regula ad servos Dei si può spiegare con l'autorità morale e dottrinale che Agostino aveva acquistato soprattutto come esempio di vita clericale povera, la concentrazione della Regula sulla vita apostolica della chiesa primitiva, l'essenzialità che la rendeva facilmente adottabile in qualunque contesto monastico.