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PITTORI: Anonimo di Como

Sant'Agostino vescovo a Como

Sant'Agostino vescovo nel chiostro di Como

 

 

ANONIMO DI COMO

XV secolo

Como, Chiostro della chiesa di sant'Agostino

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

 

Sulla parete esterna della chiesa, all'interno del chiostro, alcuni affreschi quattro e cinquecenteschi in discreto stato di conservazione, sono stati tagliati dalla volta del portico, costruita attorno al perimetro del chiostro superiore. Fra questi affreschi interessante è l'immagine di Agostino. Essa si sovrappone a un altro affresco di più antica esecuzione che ricorda i santi Bartolomeo, Fermo e Tommaso apostolo. Agostino è in compagnia di S. Pietro apostolo e della Beata Vergine con il Bambino. L'immagine non è completa perché la scena è tagliata dalla volta: due terzi dell'affresco sono stati strappati nel 1959 nell'intercapedine del tetto.

Non si sa con esattezza quando siano stati fondati gli edifici della chiesa e dell'annesso convento agostiniano nel borgo di Coloniola. Diverse cronache comasche parlano del 1384 come anno di consacrazione della chiesa: alcune lapidi di defunti ivi sepolti e che risalgono al 1393 e al 1396 sembrano confermare tale data. Gli agostiniani giunsero in Como dopo i francescani, i domenicani e altre istituzioni minori. Si stabilirono a Coloniola che nel XIV secolo era fuori della cinta muraria. Verso il 1449 il convento abbracciò la riforma e aderì all'Osservanza della Congregazione agostiniana di Lombardia. Nel 1463 e nel 1481 vi si celebrarono due Capitoli provinciali dell'Ordine e il convento conobbe un periodo di floridezza spirituale ed economica. Il chiostro e la chiesa vennero ampliate a più riprese grazie anche ai favori che gli furono accordati dai principi milanesi. Il convento continuò nella sua attività religiosa fino al 1771, quando venne soppresso in forza delle disposizioni impartite dall'imperatore austriaco Giuseppe II. Attualmente la chiesa e quanto è rimasto del chiostro appartengono alla parrocchia di sant'Antonino.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6