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PITTORI: Pittore polacco

Madonna della Consolazione con sant'Agostino e san Nicola

Madonna della Consolazione con Agostino e san Nicola da Tolentino

 

 

PITTORE POLACCO

1450-1480

Cracovia, Convento di S. Caterina

 

Madonna della Consolazione con sant'Agostino e san Nicola da Tolentino

 

 

 

 

Nella cappella presso il chiostro del Convento di S. Caterina si trova l'affresco della Madonna di Consolazione, realizzato all'inizio del XV secolo. Il convento venne fondato da Casimiro III il Grande nel 1363. I primi sovrani della dinastia jagellone favorirono la presenza degli agostiniani in Polonia. Già in quel tempo la cappella era un luogo di intenso culto, che era legata all'attività della Confraternita della Madonna di Consolazione approvata nel 1423. Già dal 1436 si parla di una cappella con la miracolosa immagine. Agli inizi l'affresco rappresentava solo la Madonna col Bambino Gesù. Nel primo Cinquecento all'immagine furono aggiunte le figure di Agostino e san Nicola da Tolentino, che tiene in mano una nave, forse a ricordo dell'episodio miracoloso del salvataggio di una nave ricordato nella agiografia nicoliniana. Nella mano destra porge un cartiglio con la scritta "iube Domine benedicere", che trova corrispondenza nell'altro cartiglio che regge Agostino, dove si legge "Nos cum prole pia benedicat Virgo Maria". Il cartiglio sorretto da Nicola esprime la richiesta di benedizione prima delle lodi nella liturgia delle ore. Attorno all'immagine centrale sono dipinte diverse scene: a sinistra ci sono situazioni in cui l'uomo chiede aiuto alla Madonna (gruppo di handicappati, marinai durante una tempesta, la battaglia, il mercato).

A destra sono raffigurati i fedeli di diverso stato sociale che venerano la Madonna: un santo Padre, una regina, religiosi. Sotto l'immagine centrale vediamo due pellegrini, tre uomini incatenati, una santa con una bilancia in mano, una santa che venera la Madonna, la preghiera dei religiosi. Sotto ogni immagine si trova l'iscrizione in latino.

Il fondatore della chiesa e del monastero fu il re Casimiro il Grande (1310-1370). Il re volle che fossero i Padri agostiniani a reggere questo complesso, chiamandoli nell'anno 1342. Gli agostiniani nel 1583 crearono l'Università ed ebbero un ruolo di primo piano nella rinascita spirituale della città. Giovanni Paolo II, da sacerdote ogni mattina nel 1951-1953 celebrava nella cappella della Madonna della Consolazione. Il complesso era costituito da una chiesa gotica monumentale, da un monastero gotico con chiostri e patio, un ampio giardino: all'interno si scopre un grandioso altare barocco e ben cinque corpi organo a canne.

 

I primi frati agostiniani in Polonia arrivarono a Cracovia nel 1343. Venti anni più tardi, il re Casimiro il Grande donò agli Agostiniani un appezzamento di terra per la costruzione di una chiesa e di un monastero a Kazimierz. La località divenne una nuova città che sorse vicino a Cracovia. La struttura della chiesa e il monastero con il chiostro vennero aperti nel 1378. Il monastero fu dedicato a S. Caterina e S. Margherita. La prima era la patrona degli studi, motivo per cui qualche storico presume che il re voleva formare un centro accademico con l'aiuto degli Agostiniani. Il migliore periodo per gli Agostiniani di Cracovia fu tra il XV e il XVI secolo, quando molti frati attendevano ai più noti centri intellettuali di quel tempo o agli studi dell'Università di Cracovia fondata nel 1364.

I frati oggi hanno la cura di una parrocchia, insegnano nella scuola, si prendono cura della comunità cattolica di lingua inglese di Varsavia, sono impegnati nello studio.

 

La leggenda della sua vita rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio. Ritornati a Sant'Angelo ebbero il figlio desiderato e, ritenendo di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino.

Fece la sua professione religiosa (voti solenni) a meno di diciannove anni. Nel 1269 fu ordinato sacerdote. Dopo la sua ordinazione, predicò soprattutto a Tolentino, dove fu trasferito intorno al 1275. Nel convento di Sant'Agostino di Tolentino rimase fino alla sua morte nel 1305.

Celebri sin dal Medioevo sono i cosiddetti "panini miracolosi" di san Nicola, che servirono anche per la raccolta di farina da parte dei fedeli che si recavano al santuario e che dettero nome anche alla compagnia cerretana degli "affarinati", citata anche dal vescovo urbinate Teseo Pini nel suo Speculum Cerretanorum. Viene ricordato il 10 settembre.

La sua tomba, a Tolentino, è conservata con venerazione dai fedeli.

Il celebre santo marchigiano ha una propria amplissima iconografia, che ne trattano la vita e i miracoli. A Tolentino sorge la più bella e grande Basilica in suo onore. In diverse rappresentazioni Nicola viene raffigurato assieme ad Agostino, di cui fervente seguace sin dalla gioventù, quando indossò la tonaca nera degli agostiniani nel Trecento. Fu un asceta rigidissimo con se stesso e dolce e comprensivo con i poveri, i bisognosi e gli ammalati. Grande confessore, fu pieno di umana compassione per ogni tipo di miseria. L'incondizionata obbedienza, il distacco completo dai beni terreni, l'umiltà e la modestia furono costanti della sua vita.

Intorno a lui c'è sempre un'aura di prodigio, che comincia dalla nascita, avvenuta quando i genitori parevano destinati a non avere figli. Nel processo per la canonizzazione, aperto vent'anni dopo la sua morte, 371 testimoni verranno a parlare dei suoi moltissimi miracoli. Sappiamo inoltre che Nicola è anche un maestro di rigore ascetico, cioè di severità con sé stesso. Un insieme di elementi certo eccezionali, ma piuttosto staccati dal vivere comune della gente, incapace di miracoli e non ghiottissima di penitenza. Invece Nicola - a dispetto delle controindicazioni - è un santo sempre popolarissimo proprio tra la gente comune, di secolo in secolo: è l'amico dei giorni feriali, che viene in casa portando la festa.