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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Maestro di EvreuxPITTORI: Maestro di Evreux
Agostino e Gregorio Magno nella chiesa san Taurin a Evreux
MAESTRO DI EVREUX
1450-1470
Evreux, chiesa di san Taurin
Sant'Agostino e san Gregorio
La vetrata che raffigura Agostino assieme a Gregorio, due dei Dottori della Chiesa, si trova ad Evreux nella chiesa dedicata a san Taurin.
Il santo è vestito da vescovo con tutti i suoi paramenti episcopali. L'immagine del viso è piuttosto indefinita in un contesto poco figurativo.
La chiesa di san Taurin è dedicata a Taurinus, il primo vescovo della città di Evreux.
Secondo la leggenda che narra gli episodi più salienti della sua vita, la tomba del santo vescovo fu scoperta da Landolfo nel VI secolo. Costui avrebbe costruito sul posto una cappella in legno che venne distrutta durante le invasioni normanne alla fine del IX secolo. Dopo il Trattato di Saint-Clair-sur-Epte venne fondata una abbazia da Riccardo I di Normandia. Nel XIII secolo venne eletto abate Saint-Martin Gilbert che rese l'abbazia con vigore rendendola indipendente. La successiva decadenza finì nel 1642 con la riforma Benedettina che portò la Congregazione dei Maurini a occupare l'abbazia. Furono i Maurini a rimettere mano alla chiesa e a costruire il portale attuale in stile classico. Con la Rivoluzione francese la chiesa fu chiusa e gli ultimi monaci vennero espulsi. Fu riportata al culto nel 1801.
Il coro è in stile gotico del XV secolo, mentre la navata è un coacervo di romanico del XII secolo e di gotico del XV secolo. Esternamente, oltre al portale in stile classico seicentesco, si può osservare la porta sud con il suo timpano raffigurante Cristo circondato dagli Evangelisti. All'interno si trovano nel transetto sud delle vetrate del XV secolo che raffigurano i santi Caterina, Agostino, Ambrogio e Gregorio.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6