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PITTORI: Francesco di Gentile da Fabriano

Madonna con Bambino in gloria, angeli, sant'Agostino e santa Caterina d'Alessandria

Madonna con il Bambino in gloria, angeli, sant'Agostino

e santa Caterina d'Alessandria

 

 

FRANCESCO DI GENTILE DA FABRIANO

1460-1480

Milano, Collezione Algranti

 

Madonna con Bambino in gloria, angeli, sant'Agostino e santa Caterina d'Alessandria

 

 

 

La tavola ha per soggetto la Madonna con in braccio il Bambino in gloria. La Vergine è attorniata da numerosi angeli che le fanno da corona e le reggono una vera e propria corona sopra la testa. Ai piedi della Vergine, in ginocchio e in proporzioni riduttive stanno le figure di sant'Agostino, a sinistra, e di santa Caterina d'Alessandria a destra.

Realizzata con la tecnica della tavola su legno, l'opera misura cm 205 in altezza e 137 cm in larghezza. Viene comunemente attribuita a Francesco di Gentile da Fabriano, anche se qualche critico fa piuttosto il nome di Luca di Paolo da Matelica. Attualmente il dipinto è conservato a Milano presso la Collezione Algranti dove è stata segnalata nel 1971.

In precedenza la tavola si trovava a Parigi nella Collezione Moratilla proveniente dal Mercato antiquario su segnalazione del 1966.

 

 

Francesco di Gentile

Originario di Fabriano e attivo nelle Marche tra il 1460 e il 1490, questo pittore non ha lasciato tracce della sua formazione. Nel 1462 Francesco dipinse il polittico frammentario raffigurante la Madonna con il Bambino in trono, con i santi Girolamo e Giovanni da Prato, Clemente e Sebastiano, che è l'unica sua opera datata oggi nota che si conserva a Derby, nella chiesa di St. Mary. L'indicazione cronologica consente di valutare l'influenza nella sua formazione della pittura di Antonio da Fabriano e della sensibilità fiamminga. Tra le opere che gli vengono attribuite si prestano a una datazione affine a quella del polittico di Derby la Crocifissione (Matelica, Museo Piersanti), il trittico con la Madonna e i santi Bernardino e Francesco (Matelica, S. Francesco) e la Madonna con Bambino tra i santi Agostino e Caterina d'Alessandria (Milano, collezione Algranti).

A questo stesso periodo risale probabilmente anche il piccolo Trittico della Crocifissione, conservato nel Museo Piersanti di Matelica. In queste opere l'autore fa convivere in singolare coesione molteplici ed eterogenee suggestioni formali: si riconoscono influenze fiamminghe, vivarinesche, di Lorenzo d'Alessandro e dei Salimbeni. L'opera rivela la considerevole duttilità espressiva di Francesco capace di assimilare motivi tipologici e stilistici diversi, offerti dalla composita cultura figurativa marchigiana della seconda metà del Quattrocento. Successivamente Francesco si accostò agli stilemi della pittura umbra, in particolare di Niccolò Alunno, ma anche del Pinturicchio. Uno degli impegni conclusivi dell'attività del maestro fu probabilmente il perduto affresco, eseguito nel 1497 nella chiesa di S. Venanzo ad Albacina. Ignoto è l'anno della sua morte.