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PITTORI: Maestro di Fabriano

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI FABRIANO

1450-1470

Fabriano, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il tondo raffigura a mezzo busto Agostino mentre regge fra le mani una carta che sta leggendo di cui non si distinguono bene le parole. Il santo indossa il piviale episcopale dal colore rosso aperto sul davanti. In testa porta una elegante mitra bianca coronata dal nimbo dei santi. Il volto di Agostino ha una espressione che emana serenità e tranquillità. L'affresco si trova in uno spazio sopra la raffigurazione della salita al cielo di un monaco agostiniano che viene accolto infante fra le braccia di Agostino. Un cielo stellato fa da sfondo al tondo.

 

La chiesa di S. Agostino di Fabriano ha un magnifico portale laterale di stile gotico ornato da colonnine e da una teoria di capitelli decorativi. Fu costruita per volere di Gualtiero Chiavelli al principio del XIII secolo con il nome di Santa Maria Nuova e fu annessa al monastero degli agostiniani. Questo monastero era tra i più antichi della città, poiché pare sia stato fondato nel 1216 da Gualtiero di Ruggero Chiavelli. Ad un certo punto fu incorporato nella cinta delle mura da suo figlio, Alberghetto, all'inizio del XIV secolo. Il monastero doveva essere molto ampio, come si deduce dalla vastità dei locali ora utilizzati dall'Ospedale Civico, ed anche pregevolmente ornato, se nel suo refettorio erano, insieme con altre pitture poi andate perse, i tre grandi affreschi del XIII secolo, ora conservati nella Pinacoteca Civica. Il portale trecentesco finemente scolpito è quanto resta dell'antica fabbrica gotica.

Non si conosce l'origine della primitiva costruzione della chiesa perchè gli elementi più antichi visibili non risalgono oltre il 1300: all'esterno alcuni resti rappresentano tracce di archi ogivali. Si sa in ogni caso che già nel 1258 vi fu seppellito Gualtiero Chiavelli. Altri documenti parlano di una consacrazione dei primi cinque altari nel 1360 e di una riconsacrazione generale dell'intero tempio dopo un altro ampliamento eseguito nel 1449.

L'interno settecentesco è ravvivato dai vivaci stucchi dello svizzero Giacomo Cantoni e da alcune grandi tele del Cades che furono eseguiti dopo il restauro seguito al terribile terremoto del 1768. Quell'anno la chiesa, essendo stata gravemente danneggiata dal terremoto fu restaurata, ampliata e modificata rispetto all'antica struttura della quale oggi non rimangono che poche tracce: all'esterno, alcuni elementi architettonici del portico tra la chiesa ed il monastero a chiusura della piazzetta adiacente alla chiesa, due arco a sesto acuto, di cui uno in pietra.

L'interno, nelle pareti, nelle volte, negli altari, presenta una originale decorazione di stucchi tardo barocca: ispiratore delle scene fu l'agostiniano Michelangelo Barboni da Pesaro, mentre i lavori di stucco furono compiuti dallo scultore e stuccatore svizzero Giacomo Cantoni da Muggio dal 1756 al 1769. All'interno della chiesa nelle due cappelle ai lati dell'altare maggiore, si sono conservate le bellissime pitture di scuola giottesco-riminese che illustrano le Storie di S. Agostino (a destra), mentre in quella opposta si ammirano scene della vita di Cristo e della Maddalena. Sono dipinti di grande importanza per la pittura gotica marchigiana, in quanto se differenti furono le mani che eseguirono i due cicli, unico risulta essere il denominatore stilistico, che le fa risalire al ceppo riminese-assisate della metà del XIV secolo. Le tele degli altari sono del fermano Filippo Ricci (1768), tranne quella della Crocifissione (primo altare a sinistra), eseguita nel 1642 da uno dei numerosi pittori iesini della famiglia Aquilini (Antonio o Aquilino), e quella di San Nicola da Tolentino dipinta da Michelangelo Milani. Il pulpito ligneo fu intagliato nel 1703 da tal Giovanni Antonio, fabrianese, e dorato nel 1736. Nel coro, sopra gli stalli lignei settecenteschi, sono appese alle pareti tre tele di Giuseppe Cades (Roma 1750 - 1799), provenienti dalla demolita chiesa di San Francesco: Sant'Antonio da Padova genuflesso davanti a Gesù bambino, Santa Lucia e Santa Apollonia, Estasi di San Giuseppe da Copertino.