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PITTORI: Maestro fiorentino

La Vergine e il Bambino fra i santi Agostino e Sebastiano

La Vergine e il Bambino fra i santi Agostino e Sebastiano

 

 

MAESTRO FIORENTINO

1440-1460

Troyes, Museo di Arte e Archeologia

 

La Vergine e il Bambino fra i santi Agostino e Sebastiano

 

 

 

L'opera viene genericamente attribuita ad un pittore fiorentino quattrocentesco ed è inserita nella collezione delle opere italiane conservate a Troyes, nel locale Museo di Belle Arti ed Archeologia. Il dipinto raffigura al centro la Vergine con in braccio il Bambino seduto simbolicamente sul mondo. Ai loro fianchi si riconoscono i santi Agostino e Sebastiano. Agostino, raffigurato a mezzo busto dietro la Vergine, indossa il piviale episcopale e porta in testa una semplice mitra circondata dall'aureola dei santi. Sopra il piviale si vede chiaramente la presenza della tunica nera dei monaci agostiniani, un particolare che vuole evidenziare lo stretto legame fra Agostino e l'Ordine che segue la sua regola. Il volto del santo presenza una debole barba e un'espressione intensa, che volge lo sguardo verso la Vergine.

A destra si vede un giovanissimo Sebastiano, seminudo e trafitto da due frecce che ricordano il suo martirio. Il capo, dai lunghi capelli fluenti, è arricchito dalla presenza dell'aureola dei santi.

Di Sebastiano conosciamo una Passio, che ne racconta la vita di soldato nell'esercito di Diocleziano. Fu condannato ad essere trafitto da frecce. Il carattere leggendario della vita ne diffusero il culto e l'iconografia fino al '400 e al Rinascimento. Patrono di Milano, è invocato come protettore dalla peste.

Ambrogio (340-397) nel suo Commento al salmo 118 riferisce che Sebastiano era originario di Milano e si era trasferito a Roma. Informazioni e leggende sulla sua vita sono narrate nella Legenda Aurea scritta da Jacopo da Varagine ed in particolare nella Passio Sancti Sebastiani ("Passione di San Sebastiano"), opera a cura di Arnobio il Giovane, monaco del V secolo. Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l'inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio martyrum, il più antico calendario della Chiesa di Roma (del 354).

Spesso, in passato, Sebastiano veniva invocato come protettore contro la peste. Oggi è invocato contro le epidemie in generale, insieme a san Rocco. È particolarmente venerato in Sicilia fin dal 1575, anno in cui infuriò la peste e in molte città veniva invocato contro la terribile epidemia.