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PITTORI: Folchetti Stefano

Vergine in trono con Agostino e santi

Vergine in trono con Agostino e santi

 

 

FOLCHETTI STEFANO

1498-1500

San Ginesio, Pinacoteca Civica

 

Vergine in trono con Agostino e santi

 

 

 

Questa tavola di Sfano falchetti si trova nella Pinacoteca Civica di San Ginesio e raffigura la Vergine in trono con in braccio il Bambino. E' attorniata da santi, fra cui distingue a sinistra la figura di Agostino con un libro aperto che sta sfogliando con la mano destra. Il santo indossa i paramenti episcopali, ma sotto il piviale si riconosce facilmente la presenza di un saio nero tipico degli agostiniani.

La presenza del saio è un frequente elemento che compare nella iconografia agostiniana, specialmente quando la committenza ha origini agostiniane. In tal modo il priore del convento o della chiesa voleva ribadire l'appartenenza di Agostino all'Ordine quale suo legittimo fondatore.

Oltre alla chiesa di sant'Agostino, originariamente di stile romanico, a San Ginesio si conserva anche il chiostro dell'ex convento agostiniano, la cui costruzione risale al 1615, anno in cui avvenne il radicale restauro del convento, eseguito dall'architetto ginesino Girolamo Casini.

La Pinacoteca Civica ha sede nella ex chiesa trecentesca di S. Sebastiano e raccoglie alcuni quadri di buona scuola, opere di Stefano Folchetti e reperti romani, piceni e gallici.

 

 

Folchetti Stefano

Come si apprende da una iscrizione scritta su una delle sue tavole, Falchetti nacque a San Ginesio, presso Tolentino. Suo padre era un certo Francesco,: "Hoc opus pinxit Stephanus Francisci de Sancto Genesio 1498". Non si conoscono le date di nascita e di morte, mentre la sua attività è documentata dalle iscrizioni firmate, e spesso datate, il che colloca i suoi lavori fra il 1492 e il 1513.

Uno dei suoi primi lavori, oggi conservato nella Pinacoteca comunale di San Ginesio, raffigura una Madonna in trono con il Bambino tra i santi Benedetto, Rocco, Sebastiano e Bernardo. A quello stesso anno (1492) risale un affresco che dipinse nella chiesa del Rosario ad Amandola, raffigurante una Madonna con Bambino. A S. Maria di Brusciano, presso Urbisaglia, si conserva una sua Madonna con Bambino, angeli e donatori del 1494. Nella Pinacoteca comunale di San Ginesio è conservata anche una Madonna in trono con Bambino, tra san Francesco ed il beato Liberato, firmata e datata 1498, che originariamente si trovava nella chiesa di san Liberato. Sempre a san Ginesio, nella chiesa di S. Gregorio si trova una Madonna con Bambino e angeli insieme al donatore Silvestro Bosio, datata 1506. Al 1507 risale un grandioso trittico che si conserva nella chiesa di san Lorenzo ad Urbisaglia che raffigura, nel pannello centrale, lo Sposalizio mistico di santa Caterina, e nei pannelli sui laterali san Lorenzo con san Metro e l'Annunciazione, i santi Sebastiano, Francesco, Nicola da Tolentino, Rocco, Agata, Apollonia. Sulla predella compare Cristo tra i dodici apostoli.

La sua ultima opera data al 1513 e raffigura la Crocifissione con la Vergine, san Giovanni Evangelista e Maria Maddalena. Si trova a Sarnano nella Pinacoteca comunale, ma in origine era collocata nella chiesa di S. Francesco.

A Falchetti vengono attribuite anche altre opere fra cui gli affreschi di S. Francesco, ad Amandola, un frammento di una predella nella collezione Johnson di Filadelfia, i santi Francesco e Ubaldo nella sacrestia del duomo di Recanati, un affresco con una Pietà nella chiesa della Maestà presso Urbisaglia, gli affreschi della chiesa di santa Croce a San Ginesio (1500); l'edicola affrescata di S. Michele, sempre a San Ginesio.  La formazione artistica di Folchetti è ignota. Lo stile delle sue opere indica che lavorò esclusivamente nelle Marche, assorbendo la complessa situazione artistica di questa regione durante la seconda metà del Quattrocento. Principalmente segue la lezione delle scuole di San Severino e di Camerino con un particolare influsso di Girolamo di Giovanni, che introdusse l'arte padovana nelle Marche, Lorenzo d'Alessandro e il maestro di Patullo, entrambi vicini all'arte veneta, e di Niccolò Alunno. Folchetti tuttavia fu fortemente influenzato anche dai Crivelli, di Carlo soprattutto. Nelle sue opere i temi crivelleschi vengono riproposti in maniera talora popolaresca. Nel complesso la sua produzione pecca in personalità: le sue composizione sono spesso statiche e non certo al passo con le esperienze artistiche coeve.