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PITTORI: Anonimo franco-navarro

Agostino e altri santi sul Calvario di Anonimo franco-navarro

Agostino e altri santi sul Calvario

 

 

ANONIMO FRANCO NAVARRO

1480-1499

Museo Làzaro Galdiano di Madrid

 

Agostino e altri santi sul Calvario

 

 

 

 

L'anonimo autore spagnolo ha raffigurato Agostino assieme a San Pietro (riconoscibile per le chiavi al polso destro) e Sant'Antonio Abate (persona anziana con la barba grigia). I tre santi sono di fronte alla croce di Cristo sul Calvario in un tipico atteggiamento voluto dalla pietà popolare medioevale. Agostino è riconoscibile sia perché ha in mano un cuore, simbolo del suo amore per Dio, sia perché un'aureola sul suo capo lo riconosce come sanctus Augustinus.

I tre santi sono inseriti in una composizione più ampia che li vede ai piedi del Calvario. L'autore ha arricchito di molti particolari la scena, secondo un gusto tipicamente miniaturistico: si noti la ricchezza delle decorazioni dei vestiti, la delicatezza dell'erba ai piedi della croce o anche lo sfondo che sembra ricordare gli arazzi fiamminghi.

 

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana.

I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro. «La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3

 

PSEUDO AGOSTINO, Planctus Mariae edito a Parigi 1842

 

Scrive Agostino commentando l'episodio della Crocifissione e della presenza di Maria accanto a Suo Figlio: "Allora, sotto la croce la riconobbe, lui che da sempre l'aveva conosciuta. E prima che fosse nato da lei, aveva conosciuto la madre nella predestinazione. Prima che, come Dio, egli creasse colei dalla quale doveva essere creato come uomo, conosceva la madre."