Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Maestro di GravedonaPITTORI: Maestro di Gravedona
Agostino partecipa a cena di monaci agostiniani
MAESTRO DI GRAVEDONA
1496
Gravedona, chiesa Santa Maria delle Grazie
Agostino partecipa a cena di monaci agostiniani
L'affresco che descrive una cena fra monaci e vescovi con la presenza a capotavola di Agostino, si trova nel refettorio del convento che gli agostiniani tenevano a Gravedona, nell'alto Lario. Questa fondazione, sorta nel 1467, era strettamente legata all'insediamento agostiniano milanese che faceva capo alla chiesa di Santa Maria Incoronata. Non si conosce chi sia l'autore dell'opera, che si è conservata in modo lacunoso. Il tipo di stile utilizzato dal pittore richiama le pitture che furono eseguite all'interno della chiesa sugli archi trasversi: in questo caso la datazione è riferibile al 1496, come riporta una scritta visibile sulla parete absidale.
All'interno della chiesa vi è un vasto programma iconografico che celebra anzitutto la Vergine e quindi teologi e predicatori dell'Ordine agostiniano. La celebrazione dell'Ordine attraverso i suoi più celebri esponenti, che ritroviamo anche a Gravedona, fa proprio il programma iconografico sostenuto dall'Osservanza di Lombardia. Questo tema si ritrova anche nella decorazione affrescata nel refettorio dove possiamo osservare un esempio speciale, forse il primo, nella iconografia agostiniana che introduce il tema della Cena agostiniana. La pittura è precedente rispetto alla decorazione del chiostro e fu esempio probabilmente nel Seicento per le pitture del l'insediamento agostiniano a Como. Attualmente l'affresco, dopo aver subito numerose traversie, presenta una notevole lacuna pittorica centrale. La scena si trova sotto un fregio a spirale ed è inquadrata fra due colonne binate dove si snoda una lunga tavola con nove commensali, al cui centro si trova Agostino. La struttura della scena sembra riprendere lo schema dell'Ultima Cena. Agostino indossa sotto il piviale l'abito nero eremitano e con la mano sinistra propone un libro aperto, dove in origine probabilmente si poteva leggere l'incipit della sua regola. Sotto i suoi piedi sono accennate delle teste coronate, forse un riferimento alla sua attività di contrasto delle eresie e degli eretici.
Ai suoi lati si osservano due gruppi di agostiniani, quattro per parte, di cui uno composto solo da vescovi e l'altro da santi. La perdita dei cartigli che li identificavano pone alcune difficoltà nella loro individuazione, tuttavia altri elementi simbolici aiutano nella ricerca. Alla sua sinistra siede san Nicola da Tolentino, mentre a destra i primi due vescovi dovrebbero essere Egidio da Viterbo ed Agostino Trionfo da Ancona. Sul lato sinistro gli altri due santi potrebbero essere Giovanni Bono e Guglielmo da Malavalle, due fondatori ei movimenti religiosi che confluirono nel XIII nell'Ordine agostiniano. Difficile individuare i personaggi rimanenti.