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Sant'Agostino e il Bambino sulla spiaggia
ANONIMO TEDESCO
1490-1495
Graz, Biblioteca della Università ms. 2, f. 130r
Sant'Agostino e il Bambino sulla spiaggia
Questa miniatura di anonimo artista tedesco è conservata a Graz nel ms. 2 della Biblioteca dell'Università. Al foglio 130r di quello che è un Antiphonarium Salisburgense, pars aestivalis, compare l'immagine di Sant'Agostino e il Bambino sulla spiaggia. Il manoscritto proviene dal monastero dei Canonici Regolari di regola agostiniana che risiedevano nel convento di Santa Caterina a Stainz.
Questa miniatura ha un parallelo al foglio 1r che inizia il manoscritto, dove Agostino sta al centro di una decorazione a racemi con il pastorale nella mano sinistra, il libro nella destra ed il Bambino ai piedi. Ai lati troviamo santa Caterina d'Alessandria, con la spada e la ruota, mentre alle estremità sono inginocchiati due canonici regolari che rendono omaggio ad Agostino, autore della regola e a Caterina, cui era dedicata l'abbazia.
L'abbazia di Santa Caterina a Stainz, nella regione austriaca della Stiria, fu governata dai Canonici Regolari dalla sua fondazione nel 1229 fino alla soppressione nel 1785. Questa miniatura è inserita nella parte relativa alle festività dei santi che va dal foglio 63v al foglio 203v. La miniatura decora un capolettera L, dove lo sfondo è costituito da un paesaggio collinare o di bassa montagna. Sulla destra si nota una serie di edifici dal tetto rosso, mentre la spiaggia e l'oceano sono ricordati da una riva erbosa e dall'accenno di un torrente. Il bambino ha in mano un cucchiaio ed è seduto proprio ai piedi di Agostino.
Ha una vistosa, molto grande rispetto al corpo, quasi sproporzionata.
Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".
L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa.