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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Anonimo di S. IsidoroPITTORI: Anonimo di S. Isidoro
Tolle lege nel giardino di Milano
ANONIMO DI S. ISIDORO
XIV-XV secolo
Leon, Reale Collegiata di S. Isidoro
La conversione di sant'Agostino: tolle lege
L'affresco, di ignoto autore, risale al tardo Trecento o inizio Quattrocento e si trova nella Camera cosiddetta della Signora Sancha. Agostino è seduto su una panca con un libro aperto sulle ginocchia mentre lo sguardo è rivolto verso l'orizzonte lontano inseguendo i suoi pensieri che lo hanno portato alla conversione. La scena si svolge in un giardino cintato da mura alte, ma non tanto da non lasciare intravedere il paesaggio campestre circostante. Sulla sinistra un gruppo di persone, nascosta dietro un corridoio coperto osserva curiosa la scena.
E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.
Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.
AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29