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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Niccolò di Pietro LambertiPITTORI: Niccolò di Pietro Lamberti
Agostino vescovo e i Dottori della Chiesa
NICCOLO' DI PIETRO LAMBERTI
1401
Firenze, Museo dell'Opera del Duomo
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Le quattro statue in marmo ornavano la prima facciata del Duomo e probabilmente raffiguravano i santi Girolamo, Ambrogio, Agostino e Gregorio Dottori della Chiesa. Furono scolpite da Niccolò di Pietro Lamberti e Pietro di Giovanni Tedesco tra 1395 e 1401. Le statue sono tradizionalmente identificate con le quattro figure dei quattro Dottori della Chiesa Latina che decoravano la prima facciata della Cattedrale. Alcuni documenti del 1395 testimoniano che il capo mastro aveva ordinato quattro grandi pezzi di marmo per l'esecuzione delle quattro statue dei Dottori della Chiesa e che il pittore Agnolo Gaddi venne pagato per fornire i disegni delle quattro figure. A Piero di Giovanni furono commissionati i santi Girolamo e Ambrogio e a Niccolò di Pietro Lamberti i santi Agostino e Gregorio, dei quali il primo fu stimato ben 130 fiorini.
Dopo la demolizione della facciata originaria nel 1587, le statue furono utilizzate come decorazioni per giardini sul viale di Poggio Imperiale, e forse trasformate come le vediamo oggi, con corone d'alloro in testa e libri nelle mani. Oggi, mutilate e manomesse, sono conservate nel Museo dell'Opera del Duomo. Secondo qualche studioso, invece, hanno sempre avuto l'attuale aspetto e rappresentano non Dottori della Chiesa ma illustri esponenti della cultura umanistica.
Niccolò di Pietro Lamberti
Niccolò di Piero Lamberti, noto anche col soprannome il Pela, nacque a Firenze verso il 1370. La sua attività inizia nel 1390, quando realizzò sei scudi di pietra per la loggia dei Lanzi. L'anno seguente si immatricolò presso l'arte dei legnaioli e scalpellini e in tale circostanza dichiara di appartenere alla parrocchia di S. Michele Visdomini. Nel 1392 dichiarò di avere ricevuto 100 fiorini in dote da Caterina di Guglielmo da Tolosa, sua futura moglie e madre del figlio Pietro. In quegli anni compare con regolarità, come maestro, nei registri di pagamento dell'Opera del Duomo di Firenze, Santa Maria del Fiore, in qualità di scultore.
Nel 1403 la Signoria di Firenze negò al doge Michele Steno il suo trasferimento a Venezia per sovrintendere alla costruzione di una sala in palazzo ducale. La Signoria richiamava gli impegni, non ancora onorati, presi dall'artista con l'Opera del duomo e con l'arte dei giudici e notai riguardo ad alcune sculture e, pertanto, rifiutò il lasciapassare. Il trasferimento fu solo rimandato, perchè "Maistro Nicolo Pela" è documentato a Venezia nel 1416 in una nota del testamento del lapicida Pietro da Campione, come debitore di quest'ultimo per dei fogliami scolpiti. Nel 1420 è già ritornato a Firenze e gli Operai del Duomo gli restituiscono del materiale da lavoro, marmo, legno, pietre che egli aveva lasciato. Lamberti compare con certezza a Bologna nel 1428, citato come "Nicolaus Petri Pela de Florentia". Non si conosce esattamente la data della sua morte avvenuta probabilmente prima del 1434, come attesta una firma autografa di Pietro Lamberti, che si dichiara figlio "del quondam Nicolò da Firenze".