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PITTORI: Boneto Locatelli

Sant'Agostino nel suo studio

Sant'Agostino nel suo studio

 

 

BONETO LOCATELLI

1489

De Civitate Dei, edito a Venezia da Ottaviano Scoto nel 1489

 

Sant'Agostino nel suo studio scrive la Città di Dio

 

 

 

 

La stampa è tratta dal volume "Augustinus, de ciuitate dei cum commento, Impressus Venetijs, iussu impensique nobilis viri Octauiani scoti civis modoetiensis, 1489 duodecimo Kalendas Martias. Editore del volume è Ottaviano Scoto monzese mentre stampatore fu Boneto Locatello sacerdote bergamasco.

Sul verso del frontespizio troviamo questa illustrazione xilografica con Agostino intento a scrivere su uno scrittoio, rivestito dei paramenti episcopali. Più sotto, l'incisione contrappone la città del bene, cioè Sion abitata dagli angeli a quella del male, cioé Babilonia, abitata dai demoni. Nella parte inferiore sono raffigurate le due città di Gerusalemme e di Babilonia, opposte l'una all'altra, con i loro simbolici fondatori: Abele e Caino.

Il santo è seduto su una monumentale cattedra e indossa i paramenti episcopali con la mitra in testa coronata dall'aureola raggiata dei santi. Sullo scrittoio è appoggiato il foglio su cui Agostino sta scrivendo con una penna. Poco sopra, sulla mensola è appoggiato un calamaio. A fianco si trova un libro aperto appoggiato ad una mensola, mentre un altro libro chiuso è lì per essere consultato. Ai lati della figura centrale del santo si leggono le parole Aurelius Augustinus e individuare il personaggio. Da notare che si utilizza ancora il termine Aurelius, che fu collegato nel medioevo al santo, senza una precisa ragione. Ai fianchi della scena centrale si ergono in piedi due angeli che reggono rispettivamente un libro aperto e il bastone pastorale.

Nel margine superiore, la carta presenta una nota di possesso: "1531 [...] Hic diuinus codex ad usum D. Vbaldi portij ticinensis [...] regularis lateranensis est traditus".

Nella carta seguente si legge: "S. Petri in caelo aureo", altra nota di possesso relativa alla basilica di S. Pietro in Ciel d'Oro che conserva la monumentale Arca con i resti di Agostino. Nel De Ciuitate Dei, opera scritta tra il 413 e il 426, il Santo difende il cristianesimo dalle accuse dei pagani, analizza le questioni sociali e politiche dell'epoca e tratta il tema della salvezza dell'uomo.

 

 

La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazione tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.

 

"Qualunque cosa, diversa da sé, pensi l'uomo, un oggetto che è stato fabbricato non sarà mai simile a colui che lo ha fatto ... Dio è ineffabile, più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è.

Pensi alla terra: Dio non è questo! Pensi al mare: Dio non è questo!

Pensi a tutte le cose che sono sulla terra, agli uomini e agli animali: Dio non è questo!

A tutte le cose che sono in mare o che volano in aria: Dio non è questo!

A ciò che splende nel cielo, le stelle, il sole, la luna: Dio non è questo! Pensi al cielo: Dio non è questo!

Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo!

E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è?

Ciò che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è penetrato nel cuore dell'uomo. Come pretendi che salga sulla lingua ciò che non è entrato nel cuore?"

AGOSTINO, Esposizione sui Salmi, 85, 8-12

 

La vasta produzione letteraria di Agostino comprende opere di ogni genere, tra le quali 93 trattati in 232 libri, circa 500 sermoni e oltre 300 lettere.

Fra i titoli principali citiamo:

Le confessioni - Ritrattazioni - Trinità - Città di Dio - Vera religione - Unità del credere - Questioni diverse - Fede e simbolo - Matrimonio cristiano - Beni della vedovanza - Santa verginità - Menzogna - Lavoro dei monaci - Cura dei morti - Fede ed opere - Catechizzare i semplici - Dottrina cristiana - Genesi contro i Manichei - Consenso degli Evangelisti - Discorso del Signore sulla montagna - Questione sui vangeli - Esposizione alla lettera ai Galati - Alcune questioni sulla lettera ai Romani - Locuzioni e questioni sull'Ettateuco - Contro l'avversario della Legge e dei profeti - Ad Orosio contro i Priscillianisti e gli Origenisti - Contro gli Ariani - Costumi della Chiesa cattolica e costumi dei Manichei - Disputa con Fortunato - Disputa con Felice - Contro Adimanto - Contro Secondino - Battesimo - Contro la lettera di Parmeniano - Contro la lettera di Petiliano - Lettera dei Cattolici ai Donatisti - Unico Battesimo contro Petiliano - Merito e remissione dei peccati - Natura e Grazia - Perfezione della giustizia dell'uomo - Grazia di Cristo e peccato originale - Origine dell'Anima - Grazia e libero arbitrio - Predestinazione dei santi - Dono della perseveranza - Commento al Vangelo di S. Giovanni - Commento all'Epistola di S. Giovanni ai Parti - Esposizione sui salmi - Discorsi.

 

Boneto Locatelli

Locatelli o de Locatellis Boneto, cioè Benedetto, nacque a Bergamo da Giovanni probabilmente nel terzo quarto del Quattrocento. Si trasferì presto a Venezia per esercitare l'arte della stampa e nei colofon delle sue edizioni si indica come "presbyter Bergomensis". Dal 1487, data dell'edizione del De civitate Dei di S. Agostino, il suo nome compare associato regolarmente a quello di Ottaviano Scoto, originario di Monza, attivo a Venezia come stampatore dal 1479 e, dal 1484, anche come editore.

Grazie al loro sodalizio la stamperia, posta nella casa della parrocchia S. Samuele, nel sestiere di S. Marco, divenne una delle più attive di Venezia con oltre 150 edizioni stampate nel Quattrocento. Considerando anche l'attività del primo Cinquecento stampò complessivamente oltre 250 edizioni, con argomenti filosofici e medico-scientifici di notevole impegno tipografico, destinate alle scuole veneziane e all'Università di Padova. La qualità del prodotto tipografico è ottima e ricca di innovazioni.

Locatelli produsse anche al servizio di altri editori: nel 1492 stampò i Sermones dominicales di Antonio da Bitonto, per conto dell'editore Nicolò da Francoforte. Dopo la morte dello Scoto, nel 1498, dopo un breve periodo di calo produttivo, l'attività della stamperia incrementò il numero di edizioni e produsse opere non soltanto per gli eredi di Scoto, ma anche a Nicola di Francoforte, a Lazzaro de' Soardi, ad Andrea Torresano. La sua produzione si mantenne su elevati standard quantitativi almeno sino al 1508. Fra il 1509 e il 1513 ci fu un periodo di difficoltà a causa della guerra della Serenissima contro la Lega di Cambrai e della sconfitta di Agnadello nel 1509. La sua attività si prolungò in ogni caso sino al 1524. Fece testamento nel 1521, ma non si conosce la data della morte, che è da collocare certamente prima del 1545, anno in cui il figlio Antonio vendette ai librai Pietro Ardengo e Domenico Splendore la bottega paterna al segno di S. Pietro e Paolo in S. Giuliano.