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PITTORI: Maestro lucchese

Sant'Agostino e l'allegoria dell'Immacolata Concezione

Sant'Agostino e l'allegoria dell'Immacolata Concezione

 

 

MAESTRO LUCCHESE

1475-1499

Località sconosciuta

 

Sant'Agostino e l'allegoria dell'Immacolata Concezione

 

 

 

Opera di un anonimo maestro di scuola lucchese, il dipinto raffigura una allegoria dell'Immacolata Concezione con la presenza di sant'Agostino. Dipinto su tavola il quadro risale all'ultimo quarto del Quattrocento, probabilmente fra il 1475 e il 1499.

La scena è ambientata in un paesaggio quattrocentesco: al centro Agostino si rivolge alla vergine inginocchiata con una corona in testa in atto di preghiera. Pochi alberi rallegrano la scena con sullo sfondo alcuni massi rocciosi. In alto, in una nuvola, Iddio Padre assiste alla scena. Un gran sole raggiato illumina l'ambiente, mentre al centro del quadro si nota la scritta bernardiniana HIS.

Agostino è vestito da vescovo, con un viso che evidenzia una profonda autorevolezza e i segni del tempo che  lo rendono ancor più fermo nella fede di fronte alla Vergine.

 

L'Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854 da Papa Pio IX. La storia della devozione per Maria Immacolata ha tuttavia una lunga storia che parte dalle origini della Chiesa stessa. La proclamazione del dogma che come sempre non ha introdotto una novità, ha semplicemente coronato una lunghissima tradizione. Già i Padri della Chiesa d'Oriente, nell'esaltare la Madre di Dio, avevano espresso concezioni e dottrine che la ponevano al di sopra del peccato originale. L'avevano chiamata: "Intemerata, incolpata, bellezza dell'innocenza, più pura degli Angioli, giglio purissimo, germe non-avvelenato, nube più splendida del sole, immacolata ". In Occidente, però, la teoria dell'immacolatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Redenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù. Se Maria fosse stata immacolata, se cioè fosse stata concepita da Dio al di fuori della legge dei peccato originale, comune a tutti i figli di Eva, ella non avrebbe avuto bisogno della Redenzione, e questa dunque non si sarebbe potuta più dire universale. Agostino, pur volendo mantenere Maria lontana quando si tratta di peccato, non può ammettere alcuna salvezza al di fuori di Cristo. Riconduce, pertanto, Maria all'alveo della condizione umana inficiata dalla colpa originale e bisognosa di redenzione affermando che ella sarebbe stata concepita nel peccato per esserne poi subito liberata. Indubbiamente il riferimento alla redenzione è il tema centrale con cui dovrà confrontarsi, d'ora in avanti, la verità dell'Immacolata Concezione. L'esigenza di non sganciare Maria dalla redenzione di Cristo indusse teologi medievali quali Anselmo di Canterbury († 1109), Bernardo di Chiaravalle († 1153), Alberto Magno († 1280), Tommaso d'Aquino († 1274), Bonaventura da Bagnoregio († 1274) ad affermare che Maria venne purificata dal peccato originale in cui era stata concepita. Solo mediante l'attiva riflessione di alcuni teologi si è spianata la strada verso l'affermazione dell'Immacolata Concezione della Vergine quale effetto dell'azione salvifica di Cristo. Il primo ad affermare senza equivoci che Maria è esente da ogni peccato originale è Pascasio Radberto († 865), ma il primo teologo dell'Immacolata è Eadmero († 1134), discepolo di Anselmo di Canterbury. Egli ritiene conveniente alla Madre di Cristo tale condizione e afferma che Dio «poteva, voleva e la fece» immacolata, nonostante sia nata nella nostra natura umana decaduta. Egli parla, come il suo maestro Anselmo, di redenzione anticipata non ancora di redenzione preservativa.

Il monaco francescano Giovanni Duns Scoto, chiamato il "Dottor Sottile", riuscì a superare questo scoglio dottrinale con una sottile ma convincente distinzione. Anche la Madonna era stata redenta da Gesù, ma con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo. Ella fu preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino. Giovanni Duns Scoto morì all'inizio del Trecento e dopo di lui, la dottrina dell'Immacolata fece grandi progressi così come la sua devozione che si diffuse sempre di più. Nel 1435, durante il concilio di Basilea, il canonico Giovanni di Romiroy si appella alla devozione popolare per indurre i padri conciliari a porre fine alla controversia circa l'Immacolata Concezione per non scandalizzare il popolo cristiano che si sente offeso quando sente affermare che Maria è stata macchiata dalla colpa originale. Dal 1476, la festa della Concezione di Maria venne introdotta nel Calendario romano. Sulle piazze d'Italia, predicatori celebri tessevano le lodi della Vergine immacolata: tra questi, San Leonardo da Porto Maurizio e San Bernardino da Siena, che con la sua voce arguta e commossa diceva ai Senesi: "Or mi di' : che diremo noi del cognoscimento di Maria essendo ripiena di Spirito Santo, essendo nata senza alcun peccato, e così sempre mantenendosi netta e pura, servendo sempre a Dio? ". Alfonso Maria de Liguori († 1787) affermerà che esistono due motivi che garantiscono la verità di questa dottrina: il consenso dei fedeli e la celebrazione universale della festa dell'Immacolata. A incentivare il senso dei fedeli concorsero alcuni fattori, quali la predicazione popolare, soprattutto dei Francescani, alcuni catechismi, alcune apparizioni mariane, non ultima quella di rue du Bac (1830) a santa Caterina Labouré, e, soprattutto l'introduzione della festa dell'Immacolata nell'Italia meridionale fin dal IX secolo, universalmente dal 1708. Nel 1830, la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, la quale diffuse poi una "medaglia miracolosa" con l'immagine dell'Immacolata, cioè della "concepita senza peccato". Questa medaglia suscitò un'intensa devozione, e molti Vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani. Così, l'8 dicembre 1854, Pio IX proclamava la "donna vestita di sole" esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata.