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PITTORI: Maestro di Lungau

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI LUNGAU

1445-1455

St. Margarethen im Lungau, chiesa di sant'Agostino

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La chiesa dedicata a sant'Agostino a St. Margarethen nella regione di Lungau, ha una sua storia che risale al 1250. La chiesa è stata a lungo meta di pellegrinaggi regionali in onore di Sant'Agostino e di Maria, la cui effigie sull'altare maggiore ha sempre goduto di grande venerazione. Numerose tavolette votive appese alle pareti testimoniano che Agostino era particolarmente invocato per guarire la malattie agli occhi. Secondo la leggenda, la chiesa di sant'Agostino fu costruita quando alcuni monaci rimossero il corpo di San Massimiliano e lo portarono fra le montagne. I pellegrini riconoscenti hanno decorato la chiesetta con tavolette votive su cui sono raffigurate meravigliose guarigioni. Il dipinto sul soffitto dell'altare maggiore è stato realizzato dal pittore Gregor Lederwasch.

L'altare maggiore fu donato dal conte Max Sigmund Khuenburg. Nella sua storia, la chiesa è stata ampliata tre volte. Quella che era la chiesa originale - una piccola cappella - ora è solo una piccola stanza.

La chiesa fu costruita su una collina, non lontano dalla chiesa parrocchiale di St. Margarethen ed è ora è collegata alla Multi-Augustinum, una scuola particolarmente importante.

Nella chiesa vi sono diverse immagini che richiamano il santo protettore Agostino, fra cui questa statua che lo ritrae come vescovo nella sua dignità episcopale. Realizzata in legno verso la metà del Quattrocento, l'opera ci mostra un Agostino dall'aspetto giovanile, con una folta capigliatura riccioluta, che emerge da un grande mitra posta sul suo capo. Nella mano destra impugna una grande bastone pastorale, mentre con la sinistra regge un libro. I paramenti episcopali sono ben curati, il panneggio è dinamico e la stessa postura rende il personaggio vivo e presente all'osservatore.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6